Un po’ di notizie messe in fila di confermano purtroppo, in attesa dei dati finali, che anche la stagione 2017 non sarà quella del salto di qualità ma una delle solite con qualche cosa che va bene ed altre che vanno abbastanza male. Le cose positive vengono dagli indicatori macro economici che segnalano turismo ed agro-industria fra i settori che, più di altri, hanno messo la Sardegna in condizioni di agganciare una certa ripresa che, a questo punto dell’anno, sembra ormai acquisita a livello nazionale.
Troppo poco, però, per smuovere in modo significativo quel maledetto 7% che rappresenta il contributo del turismo al Pil regionale e, nello stesso tempo, una enorme potenzialità incapace di uscire dal sogno del ‘potrebbe essere’. Infatti è proprio nella storica difficoltà di svoltare che si annidano le cose che continuano ad andare male. La Sardegna mantiene ed in alcuni casi migliora alcuni primati (bellezze naturali, rapporto fra ambiente e ‘costruito’ più basso d’Italia) ma rivela la sua debolezza su altri elementi importanti dell’offerta (servizi di accesso al mare, mobilità interna ed esterna, adeguamento delle strutture ai miglior standard del mercato).
Ora, ma siamo alla fine della legislatura, c’è anche una nuova legge sul turismo che tuttavia, è bene ricordarlo, ha un legame forte con quella urbanistica che invece, prima ancora di nascere, è diventata l’ennesima inguardabile puntata della disamistade fra correnti Pd, con in più le contorsioni ideologiche del variegato arcipelago ambientalista, i gargarismi di qualche vecchia dama avvizzita e la peggiore ‘nientocrazia’. Con questi qui non svolteremo mai.
SardoSono
(admaioramedia.it)