Mario Bruno, appena riconfermatosi alla guida del Comune di Alghero, molto probabilmente passerà alla storia per aver buttato alle ortiche due mandati: il primo, affidato per interposta persona all’imprenditore Stefano Lubrano, che ha usato e gettato con la massima disinvoltura, ed il secondo, dove l’ex capogruppo del Pd in Consiglio regionale ci ha messo direttamente la faccia e sta per concludersi con la solita guerra interna al Pd che non lo sopporta, una specie di traballante maggioranza di ‘responsabili’ e un bel zero nella casella dei risultati.
A parte le grandi questioni del trasporto aereo e dell’aeroporto di Alghero, che ovviamente non dipendono da lui, ma alle quali ha partecipato con la minor autorevolezza possibile, all’inizio del mandato c’erano sul tappeto alcuni grandi problemi: il Piano urbanistico, il porto e l’ultimo tratto della nuova strada per lo scalo di Fertilia. Ebbene, tre su tre resteranno esattamente nelle condizioni in cui li ha trovati.
Cercando di dare un senso politico (ma un senso non ce l’ha, direbbe Vasco Rossi) al ritiro delle sue dimissioni, Bruno ha annunciato una specie di ‘miracolo dell’ultimo miglio’, promettendo di chiudere in un annetto quel Piano urbanistico che non è riuscito a far camminare in tre anni. Quanto al porto l’ha mollato al suo destino lasciando che si spiaggiassero in Regione due progetti di privati con investimenti nell’ordine di 20-30 milioni di euro e, sulla strada, rimane arroccato ad un crono programma (inizio lavori nel 2018) cui nessuno crede. I rapporti con il Pd, poi, sono praticamente a zero. Lui sperava in una sintesi ‘alta’ per dare spessore al post-dimissioni, ma il Pd gli ha detto che al massimo offrirà il suo appoggio esterno.
SardoSono
(admaioramedia.it)