Appena passato il solstizio d’estate, inizia come ogni anno il tormentone stagionale. Con la stessa cadenza dettata dall’arrivo delle meduse urticanti, dal motivetto dei gelati Algida, dall’urlo del venditore di cocco o dalla foto del solito scontrino proveniente da un noto bar di Porto Cervo, arriva l’indignazione corale.
Il fatto è presto detto, alcuni vergognosi post sulle abitudini dei Sardi, conviviali e persino alimentari, vengono postati sui social per creare quel fermento tanto caro al web e a tutti quei personaggi, spesso fake, che lo animano traendone vantaggio. La reazione è naturale e arriva puntuale come l’apertura dell’ombrellone sulla spiaggia. Al grido di “bannate il fellone” o “denunciatelo a Zuckemberg” ci ritroviamo all’unisono uniti per una giusta causa, tutti assieme a difendere la Sardegna oltraggiata e vilipesa, sentendoci all’improvviso Sardi fratelli. Che servissero i post di persone stupide a fornirci il collante per sentirci popolo?
Adesso che lo sappiamo, allora, possiamo fare un salto in avanti nelle rivendicazioni. Ad esempio, quando ci parleranno di rimodulazione della rete ospedaliera della Sardegna, o di trattativa in atto per la continuità territoriale, tutti argomenti strategici per noi Isolani, potremmo gridare forte tutti assieme con una sola voce e dire come la pensa il popolo Sardo. Se riuscissimo a fare questo, statene certi, i Fake che ci stanno amministrando in Regione alla fine si banneranno da soli…
Biancamaria Balata
(admaioramedia.it)
One Comment
Giorgio Lunardi
17 mesi per una visita medica. Figuriamoci se questi pensano.