L’ultimo dato sulla presenza dei ‘nomadi’ in Sardegna si riferisce ad un’indagine, condotta da Anci all’interno del progetto “Working Roma”, finanziato con risorse dell’Unione europea: 1.400 presenze nel 2017, suddivise in tredici comuni, all’interno di campi autorizzati o abusivi, molti con la cittadinanza italiana, gli altri con il permesso di soggiorno.
La comunità più consistente risultava a Cagliari (circa 270 persone), che, dopo lo sgombero del campo vicino alla Statale 554, vivono in piccoli campi abusivi. Tra gli altri insediamenti, ad Olbia (216), a Villasor (una trentina), a Selargius e Monserrato (un centinaio), a San Nicolò Arcidano (82). Secondo il rapporto, la “situazione più critica” sarebbe quella di Porto Torres: un campo dove abitano 30 persone, 12 delle quali sono minorenni, in uno “spazio di forte compromissione delle condizioni igienico sanitarie”. Mentre in Italia, la media è di due ‘nomadi’ ogni 100 italiani, nell’Isola il numero è più basso: uno ogni mille.
In questi giorni, la Giunta Pigliaru si è occupata delle misure per la loro inclusione sociale: “La popolazione di riferimento costituisce un universo tutt’altro che omogeneo – si legge nella delibera – il termine rom, comunemente usato, infatti, si riferisce ad una galassia di minoranze e ad una miriade di gruppi e sottogruppi diversi, ma caratterizzati da una serie di somiglianze che includono lingua, tradizioni culturali e organizzazione familiare. Inoltre, nel corso del tempo, le specificità culturali si sono compenetrate e fuse con elementi di altre popolazioni, creando una vasta gamma di posizioni giuridiche che incidono pesantemente sulle condizioni generali di vita”.
In Sardegna, nel 1988, fu approvata una legge regionale per affrontare organicamente il problema dell’integrazione e della tutela dei nomadi, nota come ‘legge Tiziana’ (dal nome di una bambina rom, uccisa da una broncopolmonite fulminante e martoriata dai topi in quegli anni in un campo alla periferia di Cagliari), con interventi diretti a “garantire la sosta in spazi che consentano la disponibilità e l’utilizzazione di strutture a difesa della salute e del benessere sociale”: il primo anno fu stanziato un miliardo di lire. Furono costruite aree attrezzate, organizzati corsi di formazione professionale, attivate iniziative di istruzione e alfabetizzazione, sostenute iniziative culturali. Però, con il passare del tempo, i campi sosta furono trascurati e lasciati senza manutenzione: nella legge erano previsti campi con delimitazioni, servizi igienici, illuminazione pubblica, impianti di energia elettrica, area giochi per bambini, acqua potabile, fontana e lavatoio, contenitori per immondizia, spazio per riunioni ed attività sociali.
Oggi, per riaffrontare il problema, l’assessore regionale dell’Assistenza sociale, Luigi Arru, seguendo le nuove disposizioni europee che puntano ad “un’azione che porti al superamento della ghettizzazione abitativa e l’accesso non discriminatorio agli alloggi sociali”, ha deciso di riprogrammare le risorse del Fondo nazionale politiche sociali 2017, prevedendo lo stanziamento di 200mila euro per l’inclusione sociale ed abitativa delle famiglie nomadi presenti in Sardegna, avviando un programma di interventi mirati coi Comuni che li ospitano nel proprio territorio: “Il diritto all’alloggio deve essere garantito eliminando la segregazione spaziale e promuovendo la desegregazione da quegli insediamenti mono etnici costruiti al di sotto degli standard igienico-sanitario e strutturali. L’ambito abitativo rimane prioritario, infatti la marginalizzazione sociale e spaziale e condizioni abitative inadeguate determinano, inevitabilmente, la mancata garanzia e la tutela dei diritti fondamentali”. Lo stanziamento sarà ripartito tra i Comuni in base ad un proposta che gli enti locali dovranno presentare, accompagnata da una relazione dettagliata sulle condizioni degli spazi occupati dai nomadi. (fm)
(admaioramedia.it)
3 Comments
Anna Taccori
Per l’annata agraria bruciata dalle calamità naturali non trova nulla? O sono i figliastri della Sardegna i vignaioli, i pastori??,gli allevatori?
Marinella Zucca
Nosu seusu burdusu 😡😡😡😡😡
il consumatore
Non si trovano i soldi per i disastri alle vigne, per aiutare i sardi, e si spendono 200.000 euro per creare nuove discariche, poi da bonificare dopo che questi nomadi se ne vanno. A me non mi commuovono con le loro lamentele, perché non mi piacciono i parassiti e chi vive di furti e sfruttamento di bambini per chiedere elemosina.