Dalle prime ore del mattino di ieri, i carabinieri della Compagnia di Carbonia, in collaborazione coi reparti delle province di Roma, Viterbo e Varese, hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare (due in carcere e due agli arresti domiciliari), emessi dalla Dda di Cagliari, nei confronti di tre pregiudicati italiani (uno già detenuto per altra causa) ed un albanese per associazione a delinquere finalizzata al traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti da destinarsi allo spaccio.
I provvedimenti sono scaturiti da un’indagine, denominata “Ichnos”, iniziata ad agosto 2017 dal Nucleo operativo della Compagnia di Carbonia, che ha fatto emergere l’esistenza di un sodalizio criminale operante in Sardegna, Lazio e Lombardia (collegata a più note organizzazioni criminali di livello azionale e internazionale) dedito sistematicamente al traffico e spaccio di stupefacenti, facendo circolare decine di chili di droga.
In carcere sono finiti V.P., 48enne romano (oltre ad aver riportato condanne per delitti contro il patrimonio e in materia di armi, è attualmente detenuto a Rebibbia perchè a gennaio 2017 è stato condannato ad 8 anni e 6 mesi per traffico di stupefacenti), e I.R., albanese di 35 anni, residente a Viterbo, proprietario di un deposito auto e di un night club di Viterbo. Sono considerati i fornitori extraregionali della banda sarda capeggiata da Sandro Arzu e Alessandro Ghisu, che, nonostante i sequestri di rilevanti quantitativi di cocaina ed eroina operati nel corso dell’indagine, non hanno mai cessato la propria attività, continuando il flusso costante di droga e denaro tra Penisola e Sardegna, fungendo da tramite stabile tra le organizzazioni criminose dedite al traffico di droga operanti sia in varie parti d’Italia (Lazio e Lombardia) che all’estero, con persone di origine albanese.
In particolare, il romano, legato alle cosche di ’ndrangheta della provincia di Reggio Calabria, è stato arrestato nel marzo scorso nell’ambito di una maxi operazione dei carabinieri di Roma, che ha smantellato due gruppi criminali, uno di stampo camorristico e l’altro legato alle ‘ndrine calabresi, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti (cocaina) aggravata dall’uso delle armi.
Durante le indagini, i militari hanno scoperto che, da settembre a dicembre 2017, erano stati ceduti ad Arzu circa 50 chili. L’albanese, invece, era il più importante referente per lo spaccio di droga a Viterbo e nel suo interland, legato sia alla criminalità italiana che a quella albanese, e riforniva il gruppo sardo sia di cocaina che di eroina, come dimostrato dall’arresto di due corrieri ad Olbia e dal sequestro di 1,5 chili di eroina che doveva essere consegnata a Ghisu. L’uomo era stato già arrestato nel 2008 dalla Dda di Roma per traffico internazionale di droga, poi, seppure sotto la copertura di due attività apparentemente lecite a Viterbo (proprietario e gestore del night club Shisha e di un deposito auto), ha mantenuto un ruolo predominante nel reperimento della droga e nello spaccio nel centro Italia. E’ accusato di aver fornito al gruppo sardo, da novembre 2017 a febbraio 2018, 1,5 chili di eroina e 6 chili di cocaina.
Agli arresti domiciliari sono finiti M.L., 42enne residente a Mozzate, provincia di Como, e G.T., 40enne di Torre Annunziata residente a Somma Lombarda, che in diverse occasioni hanno partecipato alle forniture di droga destinate al sodalizio sardo.
Nella stessa operazione erano state già arrestate 5 persone, in flagranza di reato, con l’accusa di detenzione e traffico di sostanze stupefacenti, nei mesi di novembre 2017 e gennaio 2018 ad Olbia, Lanusei e Macomer; eseguiti 15 fermi in tutta la Sardegna, sgominando un gruppo criminale strutturato che, spartendosi il traffico di droga da nord a sud, dal mese di settembre 2017 a quello di febbraio 2018, aveva organizzato e importato sull’Isola circa 85 chili di stupefacente; sequestrati 15 chili di cocaina e 1,5 chili di eroina; sequestrata una pistola a tamburo di fabbricazione belga e munizionamento vario, detenuti illegalmente.
A settembre, in una località nei pressi di Castiadas, sono stati rinvenute e sequestrate armi e munizioni varie: tra cui un fucile mitragliatore, due fucili semiautomatici, una bomba a mano, due mine antiuomo ed esplosivo unitamente ad altro materiale destinato al travisamento, occultati in un’area boschiva per cui sono ancora in corso accertamenti per scoprire eventuali connessione con altri reati. (red)
(admaioramedia.it)