Approvate le linee guida di attuazione del Reis (Reddito di inclusione sociale) per il triennio 2018-20, con priorità di intervento, requisiti dei beneficiari, l’affiancamento alla misura nazionale, il ruolo dei Comuni e dei Plus, gli importi minimi e massimi. Inoltre, la parte dell’inclusione attiva e dell’impegno che i beneficiari assumono per uscire dalla condizione di disagio, non solo economico, familiare o del singolo individuo.
I nuclei familiari con Isee fino a 6mila euro sono 24.485: 8.945 beneficiano della misura nazionale Rei, cui il Reis sardo si affianca. Secondo le stime, i potenziali beneficiari al 1 luglio 2018 sono 41.624, mentre i sussidi mensili saranno da 200 a 540 euro, a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare. Secondo gli assessori regionali del Lavoro e della Politiche sociali, Virginia Mura e Luigi Arru, “è una risposta concreta alle persone in difficoltà, che non devono restare ai margini della società, ma potersi risollevare sentendo vicino le Istituzioni”.
“E’ un momento di profondo orgoglio politico – ha sottolineato l’assessore Arru – perché, dopo un anno di sperimentazione, inizia una seconda fase per il Reis, cui siamo arrivati dopo un confronto serrato con l’Anci Sardegna e il Tavolo contro le povertà. Coi progetti di inclusione attiva usciamo dal mero trasferimento monetario e aiutiamo persone e famiglie in difficoltà a risalire, a riacquistare un posto nella società”.
“Non vogliamo lasciare indietro nessuno – ha aggiunto l’assessore Mura – Ora possiamo partire con i progetti di inclusione attiva. Iniziamo con una sperimentazione, utilizzando per ora 16 milioni e mezzo del Fondo sociale europeo. Queste risorse potranno essere integrate qualora ce ne fosse bisogno e, per il momento, serviranno a dare coperture alle due linee di azione di C.a.r.p.e.d.i.e.m, il ‘Catalogo regionale dei progetti eleggibili di inclusione ed empowerment’. Abbiamo pubblicato il preavviso, attendiamo suggerimenti e integrazioni da parte di tutti i soggetti interessati e per il 1 luglio contiamo di avere proposte progettuali che poi potranno essere utilizzate dalle equipe multidisciplinari che prendono in carico le famiglie o il singolo soggetto beneficiario del Reis”.
Priorità ai nuclei familiari ammessi al beneficio Rei alla data di scadenza degli Avvisi comunali, ai quali è riconosciuto un sussidio pari al 30% dell’importo minimo del sussidio economico riconoscibile ai destinatari del solo Reis, in relazione alla composizione del nucleo e a prescindere dall’ammontare del sussidio mensile Rei di cui beneficiano. Il Progetto di inclusione attiva è quello definito in relazione al Rei; i nuclei familiari ammessi al Rei dal 1° gennaio 2018 alla data di scadenza degli Avvisi comunali non devono presentare domanda di accesso alla misura regionale, ma sono inseriti d’ufficio nelle graduatorie comunali di accesso al Reis. Le risorse stanziate (quasi 45 milioni nel 2018) per l’attuazione del Reis sono impegnate a favore delle Amministrazioni comunali che le erogano agli aventi diritto, rispettando le priorità e i principi generali riguardanti i requisiti d’accesso e l’ammontare minimo e massimo del sussidio economico. Entro 15 giorni dall’approvazione definitiva delle Linee guida, i Comuni pubblicano gli Avvisi per l’individuazione dei destinatari del Reis e definiscono con proprio Regolamento i criteri oggettivi per la definizione della durata dell’erogazione a favore di ciascun nucleo familiare destinatario, che non può comunque essere inferiore ai 6 mesi e superiore ai 9 mesi. Lo svolgimento di un progetto di inclusione attiva rappresenta la condizione per l’erogazione del sussidio economico ed è definito a fronte dei reali bisogni delle famiglie attraverso la presa in carico professionale. I beneficiari partecipano a percorsi di politiche attive del lavoro, secondo il principio di condizionalità. (red)
(admaioramedia.it)