“La consegna in Senato della proposta di legge sull’insularità, sostenuta da 100mila firme non è la fine ma l’inizio di una battaglia che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi”. E’ l’impegno dei Riformatori dopo aver depositato la proposta di legge di iniziativa popolare, che vuole modificare l’articolo 119, per l’inserimento del principio di insularità in Costituzione.
I promotori hanno avuto la rassicurazione dal presidente di Palazzo Madama, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che l’iter sarà seguito con attenzione dagli uffici del Senato. All’incontro hanno partecipato il senatore Emilio Floris (Forza Italia), che ha organizzato il colloquio, il consigliere regionale Michele Cossa (Riformatori) e l’ex senatore Luciano Uras (Campo progressista).
“L’impegno per la raccolta delle firme è stato trasversale – ha evidenziato Cossa – Assieme ad altre associazioni e forze politiche siamo riusciti a coinvolgere migliaia di persone non solo in Sardegna ma in tutta Italia. Nonostante sia una nostra battaglia crediamo fortemente che la vittoria possa arrivare solo con una mobilitazione unitaria di tutte le forze politiche sarde e della Sardegna intera”.
Per il coordinatore regionale dei Riformatori, Pietrino Fois, è stato importante “l’apporto degli emigrati sardi, della Fasi, che con i loro circoli sparsi nelle diverse regioni italiane, ha consentito di dare a questo grande progetto una spinta decisiva e importantissima. Lo stesso vale per l’associazione dei Comuni delle Isole minori e di tutte le associazioni che assieme a noi hanno organizzato tavolini, banchetti, feste e manifestazioni a sostegno della proposta di legge”.
Con l’introduzione del principio di insularità in Costituzione, secondo i Riformatori, si potranno rivendicare con più forza i diritti dei Sardi: “La Sardegna dovrà dimostrarsi estremamente compatta in questa battaglia vitale per le sue prospettive – ha aggiunto Fois – Sarà in quel momento che capiremo davvero chi sta dalla parte della Sardegna e chi, invece, no. Noi sardi sappiamo che vivere in un’isola ha costi che non sono paragonabili a quelli che ha chi abita in altre regioni: l’energia, i trasporti, la sanità, l’istruzione, richiedono spese che poi si riflettono sulla qualità di vita, sull’opportunità di lavoro e sul benessere”. (red)
(admaioramedia.it)