«I Giganti di Mont’e Prama devono rimanere nel territorio di provenienza. Il ridimensionamento del Museo archeologico di Cabras sarebbe una iattura per la cultura sarda». E’ la battaglia che hanno intrapreso sei consiglieri regionali, di maggioranza ed opposizione, eletti nel collegio di Oristano: Antonio Solinas e Mario Tendas del Partito democratico, Attilio Dedoni e Alfonso Marras dei Riformatori, Augusto Cherchi del Partito dei Sardi e Oscar Cherchi di Forza Italia, che hanno depositato una mozione urgente per chiedere il rispetto degli accordi sottoscritti dalla Regione e Ministero dei Beni culturali (Mibac) sulla valorizzazione delle statue di Mont’e Prama.
«L’accordo del 2005 – hanno ricordato – prevedeva un finanziamento di 1,6 milioni di euro per il restauro delle sculture di Monte Prama e la costruzione ex novo del Museo dell’arte nuragica e contemporanea del Mediterraneo nel quartiere cagliaritano di Sant’Elia. Il progetto del “Betile”, finanziato con 83 milioni di euro dalla Giunta Soru, fu però cancellato dalla Giunta Cappellacci e non vide mai la luce. Successivamente, Regione e Mibac decisero di ampliare il Museo archeologico di Cabras per ospitare il complesso scultoreo originale di Mont’e Prama. In quell’intesa si stabilì di destinare alcuni reperti (tre statue e un modello di nuraghe) al Museo archeologico di Cagliari. Questo patto tra Stato e Regione viene oggi rimesso in discussione dai funzionari del Ministero. L’ipotesi di ridimensionamento del Museo di Cabras è per noi inaccettabile».
Inoltre, il Comune di Cabras, sulla base di un finanziamento di 2 milioni di euro ottenuto dal Cipe nel 2012, ha già iniziato in lavori di ampliamento del Museo archeologico per poter ospitare le statue restaurate: «E’ un’opera fondamentale per lo sviluppo turistico ed economico del territorio su cui puntano il Comune di Cabras e l’Unione dei Comuni della Costa del Sinis e il ridimensionamento del Museo sarebbe un errore colossale». La richiesta al presidente Pigliaru è quella di aprire subito un confronto col Mibac per far rispettare gli accordi del 2005. (red)
(admaioramedia.it)