Mi è bastato sentire un canto degli Alpini di Bassano, al Teatro civico di Ozieri, in occasione del quarantennale del coro cittadino, per farmi tornare alla mente quella parte di storia.
Certo, in epoca di separatismi e di tentativi di lacerazioni del territorio nazionale, così come le convenzioni internazionali e la volontà degli uomini lo hanno consegnato alla storia, soffermarsi a parlare del Monte Zebio e di quel fazzoletto di terra dove riposano centinaia di giovani Sardi morti per la Patria può apparire anacronistico, ma non è così.
Forse, anche per dare maggiore valore al 4 novembre, che celebra l’unità d’Italia, mi piace ricordare che la Sardegna non è solo la meravigliosa isola immersa nel mare Mediterraneo, ma è anche quel sacro lembo di terra sull’altopiano di Asiago, ceduto mediante un vero e proprio atto di donazione ai 131 Comuni isolani dai quali provenivano i 218 Sassarini lì sepolti.
Furono circa 6.000 i Sardi che combatterono nel Vicentino, 590 perirono e molti vennero dichiarati dispersi, riposano in quel pezzo di Sardegna a mille e seicento metri d’altezza, resi immortali da quanti ricordano il loro sacrificio, assieme alle gesta di quelle giovani vite, ora e per sempre accarezzate dalla bandiera della propria terra, quella dei quattro mori.
Biancamaria Balata
(admaioramedia.it)