Il 2018 è l’Anno europeo del Patrimonio culturale: a stabilirlo è stata la Comunità europea che ha scelto di celebrarlo, tra le varie iniziative, proprio con la manifestazione di Monumenti Aperti, nata a Cagliari nel 1997 e giunta alla sua ventiduesima edizione.
Il programma, presentato stamane alla Biblioteca regionale di viale Trieste a Cagliari, si fonda sullo slogan “Cultura, Patrimonio Comune” e pone al centro gli uomini e le donne che, durante questi anni, hanno contribuito in maniera concreta alla valorizzazione e alla promozione della cultura all’interno del perimetro di Monumenti Aperti: “La manifestazione si conferma come agenda del patrimonio regionale – afferma l’assessore regionale del Turismo, Barbara Argiolas – ed il suo successo è dato dal coinvolgimento in un progetto condiviso, che quest’anno prevede 60 appuntamenti importantissimi per sviluppare e consolidare la nostra capacità di accoglienza.”
È proprio l’idea del volontariato a rendere la manifestazione tanto importante e partecipata: provenienti da scuole di ogni ordine e grado, gran parte dei 18.000 volontari saranno proprio studenti, pronti a riscrivere la nostra storia e a raccontare gli 800 luoghi della cultura aperti per l’occasione. Tra questi, la chiesa di Santa Maria di Uta, meraviglioso esempio di architettura romanica in Sardegna; il Castello Malaspina a Bosa; San Nicola di Trullas a Semestene; il villaggio e i complessi minerari di Arbus. Ed ancora, il canto a più voci della tradizione orale di Bosa, il canto e le danze di Usini, gli archivi delle teche Rai e quelli dei quotidiani “L’Unione sarda” a Cagliari e “La Nuova Sardegna” a Sassari, tutti straordinari esempi di patrimoni immateriali, come la stessa Comunità europea suggerisce, della memoria sarda.
“La Sardegna sta investendo moltissimo nel rapporto tra studenti e beni culturali, materiali e non – sottolinea l’assessore regionale della Cultura, Giuseppe Dessena – e Monumenti Aperti rappresenta l’occasione ideale per educarli al senso civico attraverso l’accoglienza e la comprensione reciproca.”
Sono ben 60 i comuni sardi che andranno ad impegnare sei fine settimana, dal 21 aprile al 3 giugno, e ben sette sono le amministrazioni a cui Monumenti Aperti dà il benvenuto, ovvero Cossoine, Pabillonis, Sant’Anna Arresi, Seneghe, Terralba, Torralba e Tramatza. Ma non solo: dopo il lusinghiero risultato dell’anno scorso, grazie al quale è già diventata un modello esportabile su scala nazionale, la manifestazione sbarca quest’anno, per la prima volta, in Puglia, a Bitonto, dove oltre seicento alunni si accingono a raccontare avvenimenti storici e scorci di vita quotidiana della città, per poi concludersi in Emilia Romagna, a Ferrara, per un affascinante racconto della città contemporanea tra letteratura e cinema, e a Copparo.
Vetrina di Monumenti Aperti 2018 per Cagliari sarà, infine, il Bastione di Santa Croce, così come illustrato dall’assessore comunale Paolo Frau, che annuncia l’avvenuta ‘pulizia di primavera’ all’esterno di alcuni luoghi (come l’indimenticabile Anfiteatro Romano) aderenti alla manifestazione, da lui definita “di grande interesse per educare sin da piccoli i concittadini alla cura delle ricchezze lasciateci in eredità dai nostri antenati.”
Laura Pisano
(admaioramedia.it)