La polemica sulla riforma della rete ospedaliera proposta dalla Giunta Pigliaru, dopo l’approvazione nella Commissione Sanità del Consiglio regionale, preoccupa sempre di più i sindaci sardi, tanto da averli convinti a fare un ulteriore sollecito all’Esecutivo per una sua modifica.
Intanto, dopo l’intervista del sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, al quotidiano “L’Unione Sarda”, il dibattito sulla riforma si è spostato in un confronto tra i più importanti sostenitori della maggioranza di centrosinistra, allo stesso tempo anche competitor per la nomina come candidati alla carica di Governatore nel 2019. Infatti, l’europarlamentare Renato Soru, durante il suo intervento ad un convegno, ha rimproverato Zedda di non essere all’altezza del suo nuovo ruolo, poco consapevole di essere oramai sindaco della Città metropolitana e non più semplicemente del Capoluogo.
Ma nelle parole di Soru, alcuni esponenti dell’opposizione hanno letto anche la certificazione del fallimento del centrosinistra nella gestione della Sanità sarda, sopratutto quando, alla presenza di due assessori, Nerina Dirindin (ai tempi della sua Giunta) e dell’attuale Luigi Arru, citando i dati del 2015 ha detto che “la Sardegna è la peggiore Regione d’Italia per disavanzo sanitario pari a 160 milioni”.
Per Paolo Truzzu e Stefano Tunis, consiglieri regionali di Fratelli d’Italia e di Forza Italia, “la notizia del giorno non è la rissa tra l’ex Presidente della Regione e il Sindaco di Cagliari per la leadership del centro sinistra in vista delle prossime regionali, ma che Soru certifica che siamo una Regione canaglia in campo sanitario, la peggior d’Italia”.
“Il dramma è che Soru si riferisce ai dati del 2015 – ha sottolineato Truzzu – ma quelli del 2016 si dice siano molto peggiori, con un disavanzo ben oltre i 300 milioni. Siamo a settembre 2017 ed è gravissimo che i dati non siano ancora pubblici, e che l’assessore Arru, colui che voleva convincere i sardi che l’Asl unica avrebbe risolto tutti i problemi, oggi non voglia sentire ragione e approvare una pessima riforma della rete ospedaliera. Occorre un’operazione verità per avere piena contezza della situazione finanziaria. Non è possibile avvicinarci a un dibattito importante, che riguarda questioni vitali per i sardi, senza conoscere la reale situazione dei bilancio del sistema sanitario regionale”.
“Presto i sardi pagheranno con l’aumento delle imposte questa inefficienze – ha aggiunto Tunis – Soru, nominato dalla Giunta regionale difensore d’ufficio nel processo popolare in corso da parte del popolo sardo, si è appellato ad attenuanti generiche (la sanità è di tutti e non terreno di scontro politico) e ammette le colpe citando i dati che il loro tecnico di parte (Dirindin) gli ha appena procurato. Da questo risulta che quella sarda diventa per la prima volta nella storia la peggiore d’Italia, superando anche il Lazio nel deficit e per il solo fatto che vengono occultati i dati del 2016 (ancora indisponibili a settembre 2017) evita il commissariamento. Siamo davanti al tentativo spregiudicato da parte di un intera classe politica di provare a spacciare il proprio fallimento come un fatto inevitabile e da condividere con tutti. L’unica cosa che saremo costretti a condividere tutti è il costo di questa inefficienza che subito o molto presto sfocerà in un aumento delle imposte regionali sulle persone fisiche e sulle imprese.”
I due consiglieri hanno preannunciato la presentazione di un’interrogazione urgente in Consiglio regionale per chiedere di conoscere i bilanci delle aziende sanitarie ed un’iniziativa per lunedì 2 ottobre a Cagliari, durante la quale verranno invitati gli operatori ed i cittadini per un incontro/dibattito sullo stato della Sanità in Sardegna. (red)
(admaioramedia.it)