Mentre la riforma sanitaria del centrosinistra comincia a prendere forma con l’istituzione dell’azienda sanitaria unica regionale (Ats), non si hanno notizie dell’Azienda regionale per l’emergenza urgenza (Areus), istituita con una legge nel 2014, ed ancora ferma al palo, senza direttore nonostante l’assessore della Sanità Arru abbia promesso di renderla operativa a Nuoro.
“Che fine ha fatto l’Areus? Perché non è stata ancora resa operativa?”, ha chiesto Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. “Questa situazione di stallo non serve ai cittadini, né al personale. L’interim delle competenze all’Azienda per la tutela della Salute da soluzione tampone sta diventando definitivo, ci vengano spiegati i motivi di queste scelte senza senso. Arru dovrebbe pensare alle reali esigenze del sistema dell’emergenza-urgenza in Sardegna, che ha assoluta necessità di diverse misure correttive, con particolare attenzione al servizio di Elisoccorso che non è ancora attivo h24”.
“Tutto il sistema va urgentemente ripensato – ha aggiunto Truzzu – Per questo serve un’Azienda pienamente operativa anche per intervenire su problematiche croniche quali l’invecchiamento del personale medico dedicato e l’assenza di ricambio, attraverso idonei interventi formativi e il superamento di una condizione di continua incertezza che rende difficile il lavoro di medici e operatori e consente ai vertici della Sanità sarda di operare scelte discrezionali. La gestione quotidiana del servizio rischia il collasso, in quanto risulta sempre più complicato garantire i pagamenti alle cooperative e alle associazioni di volontariato che ad oggi sono la spina dorsale del 118. Solo parole dai vertici della Sanità sarda, per cui l’unica emergenza-urgenza rimane distribuire incarichi e prebende ad amici sardi e della Penisola”.
Denuncia condivisa dal consigliere regionale di Forza Italia, Edoardo Tocco, vice presidente della Commissione consiliare Sanità: “Manca l’attività di governance del sistema delle reti di specialità ed un progetto per le strutture di emergenza urgenza in tutta la Sardegna. Senza questo quadro e con le incertezze legate alla qualità delle prestazioni, è impossibile affrontare la politica dei tagli ai servizi come sta avvenendo nell’arcipelago di La Maddalena e in molte realtà periferiche della Sardegna, con diversi presidi ospedalieri che rischiano di essere privati dei servizi essenziali. Sarebbe necessario adottare sistemi di ricezione delle richieste di assistenza primaria nelle 24 ore finalizzati ad assicurare la continuità delle cure e ad intercettare prioritariamente la domanda a bassa intensità centralizzando almeno su base provinciale le chiamate al servizio di continuità assistenziale condividendo con il sistema di emergenza-urgenza le tecnologie e integrando i sistemi”. (red)
(admaioramedia.it)