Un luogo ormai abbandonato a se stesso, senza il minimo interesse da parte delle istituzioni regionali e statali, che continuano ad attuare tagli in nome di una logica ragionieristica. Questa la situazione subita quotidianamente dai centri della Barbagia-Mandrolisai, già vessati da una serie di problemi, causa di un sempre più marcato decadimento.
Da ultimo, a generare nuovi disagi, la sospensione del servizio di medicina sportiva all’ospedale San Camillo di Sorgono, già disponibile per un solo giorno la settimana. Un’interruzione ‘temporanea’, come fanno sapere i vertici dell’Azienda sanitaria, e derivata dalle dimissioni del medico preposto allo svolgimento della stessa funzione. Tra lunghe attese per la predisposizione di una graduatoria che affidi nuovamente l’incarico e promesse di risolvere il caso, i problemi si moltiplicano e le società calcistiche di Ovodda, Meana Sardo, Sorgono e Tonara protestano: senza gli adeguati controlli medici, gli atleti tesserati non possono difatti praticare l’attività agonistica, e l’unica soluzione certa appare quella di spostarsi in altri presidi o affidarsi a strutture private per sottoporsi alle visite di rito, ovviamente con dispendiosi costi.
“Ormai da queste parti la schiera di tagli è vasta – tuona Giuseppe Sedda, presidente della Polisportiva Ovodda – Continuando di questo passo, nei prossimi anni saremo ancor più ridotti all’osso. Non vorrei, che quella che viene ribattezzata come un’interruzione momentanea diventi definitiva, per questo ci vediamo fortemente preoccupati e non abbassiamo la guardia. Lo scorso ottobre avevo prenotato per i nostri ragazzi una visita che è stata fissata per il 29 dicembre. In tale data però, la porta dell’ambulatorio era chiusa e nessuno ha saputo fornire delle adeguate spiegazioni. Dinanzi a questa assurdità, non abbiamo avuto altra scelta se non quella di prenotare i giovani a Nuoro, e sospendere per protesta la partita dei giovanissimi regionali contro il Bardia. Il tutto per lanciare un messaggio forte e deciso, capace di scuotere non solo gli animi nel panorama sportivo, ma anche fra tutta la popolazione comprensoriale. E’ impensabile, che per poter sostenere dei controlli di routine si debbano percorrere diversi chilometri e non recarsi nel nostro territorio come finora è avvenuto.”
“Se l’attuale condizione dovesse perdurare – prosegue Sedda – ci dovremo accollare delle spese non indifferenti pur di poter scendere in campo e proseguire il campionato. Chiediamo dunque alla Figc Sardegna, ai sindaci e alle squadre circondariali, ma sopratutto ai cittadini di unirsi a noi in questa sacrosanta battaglia che tocca non solo gli atleti ma tutti gli utenti. L’auspicio resta che la politica mostri un impegno incisivo, contribuendo a rimettere in piedi quanto prima il servizio.”
Gli fa eco Franco Pes, presidente del Meana Sardo: “Anche la nostra compagine paga il prezzo di questo momento, trovandosi con alcuni giocatori senza gli adeguati certificati. Abbiamo per questo deciso, di associarci in una giusta mobilitazione al fine di tutelare non solo le società e i ragazzi, ma anche un servizio fondamentale per tutta la Barbagia-Mandrolisai. Domenica scorsa in accordo con il Tonara calcio non abbiamo giocato la gara dei giovanissimi provinciali. Speriamo che si giunga presto a una soluzione. Ulteriori trasferte per visite specialistiche sarebbero una mazzata. Gli organi preposti devono per questo dare delle risposte concrete e adoperarsi affinché venga fatto tutto il possibile. Ma soprattutto, le altre realtà sportive dei paesi limitrofi ci devono supportare in una sfida per il diritto alla sanità. Così come tutte le amministrazioni comunali e la popolazione. Solo uniti possiamo preservare ciò che amiamo.”
Giorgio Ignazio Onano
(admaioramedia.it)