SANITÀ, Sindaci al presidente Ganau ed ai capigruppo: “Non si declassi l’ospedale di Sorgono”

Al termine della manifestazione di ieri a Cagliari, il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, ed i capigruppo hanno incontrato una delegazione dei sindaci del Mandrolisai, Barbagia e Barigadu (Aritzo, Gadoni, Tonara, Tiana, Atzana, Sorgono, Ovodda, Meana Sardo, Desulo, Teti, Ortueri, Samugheo e Belvì), che hanno ribadito il loro no alla chiusura dell’ospedale di Sorgono.

I primi cittadini hanno difeso i servizi erogati a Sorgono, che, secondo la riforma sanitaria proposta dalla Giunta Pigliaru, attualmente in discussione in Sesta commissione consiliare, sarà declassato. I rappresentanti dei comuni del territorio hanno chiesto, soprattutto ai capigruppo, di vigilare affinchè il provvedimento di riforma non danneggi le popolazioni del centro Sardegna, già a rischio spopolamento, e, ripetendo la richiesta già fatta in commissione Sanità, che l’ospedale san Camillo diventi “struttura di zona montana”.

“La sanità – ha detto il presidente Ganau – ha bisogno di una riorganizzazione ma non si può partire da una mera classificazione delle strutture per attuare una riforma. Bisogna prima analizzare le caratteristiche del territorio sardo, valutare cosa serve ai territori e quali siano i servizi ospedalieri di cui c’è necessità. Naturalmente, il problema reale è l’esiguità delle risorse. Ogni anno spendiamo per la sanità 300-400 milioni in più delle somme previste, ma la soluzione non è quella di chiudere gli ospedali, piuttosto bisogna assicurare la qualità dell’urgenza, garantendo  i servizi territoriali e la specialistica. Poi si potrà parlare di riorganizzazione delle strutture sanitarie isolane”. 

Dal capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis,  è arrivato pieno sostegno alle richieste dei sindaci: “Il rischio è quello di lasciare un intero territorio privo di servizi essenziali, di creare una sanità di serie B e di accentuare le sperequazioni tra i vari territori. L’assessore Arru dispensa dosi di calmante a mezzo stampa, ma la delibera adottata dalla Giunta a febbraio prevede l’eliminazione dei servizi essenziali relativi all’ospedale di Sorgono. È in gioco la salvaguardia di un presidio vero, funzionante, calibrato sulle esigenze della collettività. Non si può pensare di applicare modelli bocconiani, senza alcun adeguamento alla conformazione dei territori, alla viabilità, alle giuste rivendicazioni della popolazione”. 

“Da tempo abbiamo sottolineato – ha aggiunto il consigliere regionale di Forza Italia, Edoardo Tocco – i gravi tagli ai danni della sanità isolana, con il pericolo che vengano chiusi gli ospedali dell’interno della Sardegna. Una penalizzazione che va ad incidere sui cittadini, che vengono così privati dei servizi essenziali sul territorio. L’ospedale San Camillo di Sorgono dovrebbe restare un punto fermo, con reparti all’avanguardia e prestazioni specialistiche a favore di un pezzo di Sardegna sempre più isolato e con tanti utenti che richiedono interventi sanitari di rilievo”.

Per Marcello Orrù, consigliere regionale del Psdaz e vicepresidente della Commissione Sanità, “servono risposte concrete. Il rischio è quello di contribuire all’isolamento e allo spopolamento di una zona già penalizzata dalla distanza con i grossi centri: Nuoro e Oristano, i centri più grossi, distano più di un’ora dalla dal Mandrolisai. Occorre salvaguardare il diritto alla salute di un territorio di periferia e dei suoi abitanti: la Regione ha responsabilità precise ed è chiamata a trovare soluzioni adeguate per salvaguardare l’ospedale e tutelare il diritto alla salute e all’assistenza sanitaria delle famiglie che ci abitano”. (red)

(admaioramedia.it)

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