In Sardegna, l’incidenza della sclerosi multipla (malattia neurologica che interessa il sistema nervoso centrale e tende a peggiorare nel tempo) è tre volte superiore rispetto al resto d’Italia e in linea con i dati registrati nei Paesi scandinavi. Perciò, non causalmente è partito dall’Isola, nello specifico da Cagliari, il progetto “SM two steps, nuovi scenari in SM: orientarsi con le nuove terapie”, che ha riunito alcuni tra i principali specialisti della patologia ed avrà le prossime tappe a Bari e Roma..
“Attualmente le terapie a disposizione sono molte e particolarmente innovative ed efficaci – ha sottolineato Maria Giovanna Marrosu, direttore del Centro SM dell’ospedale Binaghi di Cagliari – Il focus della giornata sono stati i nuovi farmaci e la valutazione dei loro effetti sulle persone con sclerosi multipla, consentendo un necessario aggiornamento professionale e la condivisione della pratica clinica di tanti specialisti del nostro territorio, ognuno con il suo bagaglio di esperienza. Un confronto che assume un significato particolare anche a livello nazionale, considerando il nostro ‘primato’ in termini di incidenza della patologia, che in alcune zone in particolare ha numeri decisamente più elevati rispetto alle altre regioni Italiane”.
Un altro dato specifico della Sardegna è quello relativo alla fascia di età delle persone colpite dalla patologia: secondo i risultati di uno studio del gruppo di lavoro della Marrosu, l’età di insorgenza si è progressivamente abbassata nel corso degli ultimi cinquanta anni, con una media di 22 anni all’esordio. Nell’Isola, come per le altre regioni e per il resto del mondo, la sclerosi multipla si conferma patologia ‘in rosa’ con un rapporto di 2,7 donne per ogni uomo affetto. La forma più diffusa di patologia è quella recidivante-remittente, caratterizzata da attacchi acuti a cui seguono periodi variabili di remissione dei sintomi. L’arrivo recente di nuovi farmaci che si sono affiancati a terapie già disponibili, però, oggi offre ai neurologi uno scenario terapeutico rinnovato e l’opportunità di definire percorsi di cura sempre più personalizzati, in grado di massimizzare i benefici di ogni singolo trattamento e di minimizzare i rischi per i pazienti. Individualizzare la terapia e ottimizzare il rapporto tra rischi e benefici dei diversi trattamenti rappresenta infatti la nuova sfida nella cura di questa malattia. (red)
(admaioramedia.it)
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fabargiolas
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