“Il Registro regionale dei tumori è ancora fermo al palo. Non si può continuare ad aspettare”, lo hanno denunciato Ambrogio Trudu e Giancarlo Nonis dell’associazione Sa Luxi – Comitato pro registro tumori, enunciando cinque domande per l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru: “Quale beneficio ha prodotto il lavoro svolto dal 2009, con costi per le casse della Regione e che utilizzo se ne farà? A che punto è l’iter con il Garante della Privacy? Quando verrà definita la sede del Registro regionale dei tumori federato? Quando sarà costituito il Comitato di coordinamento e con quali professionalità? Quando si inizierà a lavorare dopo l’approvazione del regolamento?
Il Registro è uno strumento di prevenzione delle malattie e di programmazione sanitaria: “Da quattro anni la legge impone la realizzazione dei registri di patologia. La Regione sarda oltre a istituirne uno per legge regionale non ha fatto nulla – hanno detto Trudu e Nonis – Sono passati quattro anni di vuoto nei quali i malati non hanno ancora avuto la possibilità di sapere se le terapie a cui sono sottoposti sono realmente le migliori che permettono la guarigione, come emergerebbe da un registro di patologia”.
I rappresentanti dell’associazione hanno incontrato l’assessore Arru a settembre, “ma l’esponente della Giunta ha chiesto di ricevere le domande sullo stato dei lavori per iscritto – hanno raccontato – Da allora, oltre alla spicciola propaganda che annunciava grandi passi in avanti, non ci sono stati reali progressi. A settembre era pronta una bozza di regolamento con il Garante della privacy, ma per noi la riservatezza dei dati personali è un falso problema costruito ad arte. Dal 2012 è infatti possibile utilizzare i dati sensibili per le ricerche scientifiche epidemiologiche con un’autorizzazione generale dell’Autorità garante, autorizzazione che la Regione si ostina a ignorare”. (red)
(admaioramedia.it)
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Wilma Cambedda
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