Passano gli anni, i mesi, ma il copione rimane sempre lo stesso: le eterne promesse sulla tutela della sanità in Barbagia-Mandrolisai non si realizzano e le preoccupazioni di un intero territorio finiscono nel dimenticatoio. Pazienza se, nel novembre 2015 a Sorgono e a maggio dello scorso anno a Cagliari, in migliaia avevano manifestato per difendere la rete sanitaria zonale e il plesso ospedaliero del San Camillo.
Nelle stanze regionali la tendenza è purtroppo quella di attuare dei progressivi tagli, restringendo ancor più l’assistenza ai cittadini. Tagli al nosocomio sorgonese con il ridimensionamento del laboratorio di analisi, dei reparti di nefrologia e oncologia e la più recente fase di stallo della medicina sportiva. Poi, i problemi di assistenza nel centro di salute mentale, la sospensione del Serd (Servizio dipendenze) e del centro diurno di Tonara. Gli undici centri del circondario e il Comitato permanente per la sanità non ci stanno, e supportati anche dalle comunità di Fonni, Ovodda, Tiana, Lodine, Samugheo, Busachi, Nughedu Santa Vittoria e Neoneli stanno promuovendo, in questi giorni, una raccolta di firme contro la ‘scure’ della Giunta Pigliaru.
“Si sta procedendo bene, i promotori sono attivi per raccogliere quante più sottoscrizioni possibili – spiega Angelo Nocco, sindaco di Meana Sardo, nonché Presidente della comunità montana Gennargentu-Mandrolisai – Chiediamo, in base alla normativa, che il San Camillo sia un ospedale di base e in contempo di montagna, con al suo interno i reparti di chirurgia, medicina e radiologia funzionanti e la garanzia che possano essere affrontate le emergenze medio/basse, con possibilità di degenza. Il laboratorio analisi, inoltre, deve riprendere il suo pieno e regolare funzionamento. Appare totalmente assurdo che di recente siano stati ultimati dei costosi lavori di ammodernamento del complesso. Questi ultimi, si rivelerebbero un vero e proprio spreco di denaro pubblico se dovesse perdurare questa fase di declino, e noi non abbiamo nessuna intenzione di permetterlo. Rivendichiamo, dunque, che si possa continuare a coprire una zona come la nostra lontana dai grandi centri e anche il Barigadu, che da sempre vede in Sorgono un importante punto di riferimento.”
“Chiederemo – prosegue Nocco – un incontro ufficiale al Direttore sanitario della nuova Assl di Nuoro, al fine fare il punto sulla situazione e far valere le nostre ragioni. Una volta conclusa la petizione, consegneremo i plichi con le firme al Presidente del Consiglio regionale, chiedendo espressamente che venga sospeso l’emendamento volto a riformare in peggio il sistema ospedaliero.”
Gli fa eco Andrea Manca, vicesindaco di Sorgono: “Ormai si sta trasformando il San Camillo in uno stabilimento privo di funzioni. E’ una pazzia, che non possiamo accettare e per cui faremo sentire alta la nostra voce. Non chiediamo nulla di impossibile, bensì ciò che sancisce il Decreto ministeriale 70, con un ospedale di montagna attivo e funzionante nel migliore dei modi. Quello che sta attuando la giunta Pigliaru, nel silenzio, privandoci gradualmente di tutto è infatti illegittimo, e per di più si scontra con le leggi nazionali. E’ veramente triste che si stiano cercando dei cavilli economici che possano raggirare l’ostacolo legislativo quando invece la realtà è un’altra: garantire posti letto al nuovissimo Mater Olbia togliendoli alle piccole realtà. Come se non bastasse, si taglia a dismisura su ciò che è essenziale per foraggiare la ricca spesa annuale del presidio gallurese. Non è accettabile che i consiglieri regionali eletti anche con i nostri voti non muovano una dito per tutelarci. In questa battaglia, i Comuni si sono mostrati uniti; qualora il nostro grido non dovesse essere ascoltato dagli organi preposti, valuteremo di muoverci verso nuove manifestazioni di massa.”
Sulla stessa linea anche Maurizio Cadau vicesindaco di Belvì: “Il problema si mostra particolarmente sentito dalla gente, che non perde occasione per chiedere delle informazioni su come partecipare alla petizione. Attraverso il sostegno della popolazione, faremo capire che quelle finora fatte sono state delle proteste forti, decise e non delle sfilate. La speranza resta quella che possano essere riconosciute, una volta per tutte, le specificità della Barbagia e del Mandrolisai, attraverso dei servizi indispensabili per tutti. Il San Camillo va infatti tutelato e non depauperato con una continua ed inutile forbice. Siamo disponibili a parlare e confrontarci, con qualsiasi consigliere regionale si mostri sensibile al caso. Sarebbe opportuno che i membri di via Roma stilassero e discutessero, senza barriere politiche in aula, un documento congiunto a difesa dei servizi nelle nostre realtà.”
Giorgio Ignazio Onano
(admaioramedia.it)
One Comment
Alessandra Becciu
Mater Olbia (52 milioni di budget affidato), Qatar foundation, sfascio sanità…Hanno già cominciato