Dopo l’inaugurazione della nuova sede dell’Ats (azienda sanitaria unica regionale) a Sassari, caratterizzata dalle proteste di sindacati, lavoratori e politici, proseguono le denunce del malessere della sanità isolana.
Edoardo Tocco, consigliere regionale di Forza Italia, parla addirittura di “sfascio iniziato con l’approvazione della Asl unica, che non si è tradotta nel risparmio dei costi, peggiorando l’offerta sanitaria sul territorio con la riorganizzazione della rete ospedaliera e la cancellazione di numerosi servizi con atti unilaterali”.
Nel dettaglio, il Vicepresidente della Commissione Salute del Consiglio ha anche lamentato il declassamento dell’ospedale Brotzu di Cagliari: “Il progetto prevede infatti il depotenziamento del reparto di Endoscopia digestiva, con possibile futuro trasferimento all’Oncologico – ha spiegato Tocco – La conferma che il riordino ospedaliero sta producendo uno smembramento dei reparti. Per Endoscopia digestiva sarebbe un trasloco senza nessuna logica visto che il dipartimento è connesso ad altri reparti presenti all’interno dell’Azienda ospedaliera San Michele. Il Brotzu rappresenta un polo di eccellenza per alcune specialità, mentre il Businco è un punto di riferimento per le patologie tumorali. Non si comprende il motivo di questo sgombero che depotenzia ulteriormente il Brotzu”.
Dai banchi di Forza Italia, intervengono anche Alessandra Zedda e Pietro Pittalis contro le azioni non trasparenti di Fulvio Moirano, che definiscono “imperatore della Sanità”, che stanno causando il peggioramento dei servizi sanitari della Sardegna. “Come si può eliminare le liste d’attesa, migliorare la qualità dei servizi e le condizioni di lavoro quando in Ats regna caos e confusione? Tanto che ci sono difficoltà anche per reclutare nuovo personale con concorsi e selezioni e proliferano nuove strutture create ad arte per soddisfare qualche generale”.
”Si è passati da presunti esuberi a carenze di 2.000 operatori – hanno aggiunto Zedda e Pittalis – I conti non tornano. Si sta massacrando la Sanità privata, con l’assegnazione dei tetti di spesa e contratti sottoscritti a posteriori, non permettendo agli erogatori privati una adeguata programmazione dell’attività. Regole e criteri che certamente non rispondono alle reali esigenze dei cittadini e dei territori. Da una parte, aumenta la spesa sanitaria, dall’altra, peggiorano le condizioni di servizio e la qualità dell’assistenza, con gli operatori che percepiscono le retribuzioni più basse d’Italia e liste d’attesa infinite che obbligano i sardi di a rivolgersi alle strutture della penisola. Assistiamo al fallimento della politica sanitaria targata Moirano & compagni. Sappia che se è suo obiettivo importare la Sanità piemontese, sta sbagliando di grosso, a breve, infatti, i sardi avranno la possibilità di scegliere da chi farsi governare”. (red)
(admaioramedia.it)