Ha incontrato scarsi consensi, finora, la creazione di un ‘cerchio magico‘ in arrivo dalla Penisola ai vertici dell’Ats (Azienda per la tutela della salute), la nuova Asl unica regionale che da gennaio 2017 gestirà totalmente la sanità isolana. Infatti, il ligure Fulvio Moirano, nominato direttore generale dalla Giunta Pigliaru, ha chiamato al suo fianco altri due manager da oltremare: il piemontese Francesco Enrichens per fare il direttore sanitario ed il lucano Stefano Lorusso nel ruolo di direttore amministrativo. Peraltro, ad infoltire la pattuglia degli arrivi dalla Penisola c’è anche il direttore generale dell’Aou di Sassari (Azienda ospedaliero universitaria): la Giunta regionale ha nominato un siciliano, Antonio D’Urso, proveniente dall’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma.
Le critiche non sono arrivate solamente dal centrodestra e mentre dall’interno del Pd si mugugna silenziosamente, alcuni consiglieri della maggioranza di centrosinistra hanno espresso le loro perplessità: “Evidentemente un amaro (lucano) per terminare un pasto, visibilmente indigesto, era proprio necessario – hanno commentato Augusto Cherchi, Piermario Manca, Roberto Desini e Gianfranco Congiu del Partito dei Sardi – Crediamo che in Sardegna ci siano le professionalità valide per amministrare e far ancor di più maturare le competenze della nostra terra”.
“Piovono dall’alto nomine salvifiche del Sistema sanitario sardo – ha aggiunto Emilio Usula, consigliere regionale dei Rossomori – Queste nomine certificano una bocciatura del valore, delle capacità e delle alte competenze di professionisti sardi idonei a ricoprire quei ruoli. E’ la vecchia malattia di pensare e attribuire a ciò che viene da fuori, meriti superiori a quelli che possiamo trovare in casa nostra”.
Ovviamente, le bordate più forti sono arrivate dall’opposizione: “Una sanità colonizzata”, hanno detto i Riformatori sardi. “Ciò che sta accadendo oggi nella sanità sarda è davvero incredibile: nel silenzio imbarazzato e inquietante di una maggioranza fallimentare, assistiamo alla colonizzazione della Sardegna come mai era accaduto prima. Si stanno nominando persone che non conoscono il territorio e le sue dinamiche, che avranno con gli amministratori rapporti a dir poco distanti. La Giunta di sinistra continua a svendere a Renzi e ai poteri forti la nostra Isola, esattamente come aveva fatto con le banche sarde”.
Per il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, è “uno schiaffo verso i sardi, una beffa nei confronti di migliaia di laureati nel settore medico e scientifico, che poi si sono perfezionati con diversi master nelle università più prestigiose del mondo. Uno scenario che offende tutti i disoccupati, i giovani, la società sarda che attraverso gli accademici tenta di trovare una soluzione con la preparazione negli studi e le professionalità accumulate in attività anche fuori dalla nostra isola. Questo accade a ridosso di una competizione elettorale sul referendum che svilisce ulteriormente i poteri in capo alla regione Sardegna. Nei diversi reparti degli ospedali isolani ci sono professionalità che meriterebbero maggiore considerazione, non una bocciatura come quella avvallata dalla Giunta regionale”.
Decisa contrarietà per scelte e metodo anche da Forza Italia: “Un oltraggio ai danni delle tante eccellenze della sanità sarda, con specialisti che nel tempo si sono affermati anche nelle università estere – ha accusato il consigliere regionale Edoardo Tocco – Ancora una volta la Sardegna deve subire una dominazione con la nomina di persone esterne per i vertici della sanità. Non sono in discussione la capacità dei professionisti, ma credo che avremmo dovuto optare per specialisti isolani senza sopportare nuove nomine dalla Penisola. Chiedo di conoscere i parametri di valutazione impiegati per la nomina e chiederò che sia Enrichens che Lorusso possano riferire nel parlamentino i progetti per rilanciare il comparto sanitario”.
“La consegna della Sanità alla legione dei manager continentali è un insulto ai professionisti sardi, alla loro competenza che sicuramente è all’altezza, se non superiore, rispetto a quella dei colleghi della Penisola – ha aggiunto il vicecapogruppo azzurro, Alessandra Zedda – Se la ‘non sardità’ per loro è garanzia di imparzialità e buona amministrazione, perché non mettere anche un governatore e un assessore alla sanità piemontese, toscano o ligure? L’arrivo dei nuovi viceré per redimere l’isola è solo l’ultimo capitolo di due anni e mezzo sprecati in annunci, con l’aumento della spesa a dismisura e con i pasticci delle fusioni che stanno mortificando i casi di eccellenza che certo non mancano. E’ un film già visto con il centro-sinistra all’epoca di Soru, tanto da farci dire che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Tutti sappiamo come andò a finire quell’esperienza”. (red)
(admaioramedia.it)
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riformatori
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rubiu_gianluigi
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Uccio72
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