La Asl unica regionale (Azienda per la tutela della salute, Ats), con sede a Sassari ed otto Aree sociosanitarie locali, è nata e da oggi è operativa al comando del supermanager arrivato dal Piemonte, Fulvio Moirano. Ma la riforma del centrosinistra continua a non convincere l’opposizione.
“Il vero obiettivo della nuova Azienda si è palesato con la scelta dei nuovi direttori delle aree sanitarie – ha commentato il capogruppo regionale dell’Udc, Gianluigi Rubiu – La maggioranza aveva presentato la riforma sanitaria come la rivoluzione del sistema, in grado di applicare un riordino basato sul risparmio dei costi e sulla razionalizzazione, ma è servito per moltiplicare le poltrone. L’ennesima ripartizione delle poltrone non consentirà di sciogliere i nodi che stringono in una morsa il sistema sanitario sardo con emergenze evidenti soprattutto in territori come il Sulcis Iglesiente, dalle sforbiciate negli ospedali alla scarsa prevenzione sino ai disagi del personale”.
Per il capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, la stagione delle grandi riforme targate centrosinistra è terminata: “Le prime decisioni operative svelano che l’Ats è un’operazione di facciata, una cortina di fumo da gettare negli occhi dell’opinione pubblica per far credere che esista la volontà di invertire la rotta, di mettere fine agli sprechi e alla cattiva gestione, mentre sottobanco si continua a trattare con le solite vecchie logiche spartitorie. Si stanziano i soldi e si decide chi deve spenderli, con un’unica certezza: l’impiego delle risorse pubbliche non avverrà nell’interesse della Sardegna ma di quello delle cordate politiche che si sono aggiudicate i posti di comando, che potranno così continuare a fare i comodi loro con i soldi dei sardi. Neanche il tanto celebrato supermanager dell’Ats è riuscito a tenersi fuori dall’influenza dei partiti”.
Anche per il consigliere regionale di Forza Italia, Edoardo Tocco, si è trattato dell’ennesima spartizione di poltrone: “Con l’avvento della Asl unica si auspicava un cambio di marcia, con la semplificazione nelle procedure di nomina dei direttori delle aziende, orientate a misure di razionalizzazione che garantissero un più alto livello di tutela della salute, visto che il manager dichiarò che avrebbe scelto in base a specialità e competenze. Così non è stato. E’ ora di nominare figure seguendo stringenti criteri di merito e di competenza, infatti il nuovo giro di nominati non appare nell’assoluto interesse dei cittadini”.
“Le mani sulla Sanità e la moltiplicazione delle poltrone”, è il titolo che Il deputato di Unidos, Mauro Pili, ha dato alla nascita dell’Ats: “Solo un cretino poteva crederci. Hanno cancellato servizi, vogliono radere al suolo ospedali territoriali ma questi faccendieri che gestiscono sottobanco la sanità sarda non si smentiscono. Alla vigilia del nuovo anno hanno nominato otto nuovi manager delle Asl. Otto più uno unico, presuntuosamente definito supermanager. Risultato nove mega stipendi e spartizioni sottobanco da far schifo delle correnti del Pd. Si spartiscono le poltrone e se ne fregano dei cittadini/pazienti. E tutti in silenzio per non disturbare la corrente del fu Banco di Sardegna”. (red)
(admaioramedia.it)