Dopo la recente nomina del direttore generale, Giorgio Lenzotti, la Giunta regionale ha approvato anche le lnee di indirizzo per l’Areus (Azienda regionale per emergenza urgenza) per garantire la coerenza con le funzioni ed i compiti attribuiti dalla legge.
Alcune attività dell’Areus sono attualmente in capo all’Ats (Azienda per la tutela della salute), e svolte dalle centrali operative del 118 o esercitate dalle aziende ospedaliere, perciò sarà necessario dare avvio al nuovo modello organizzativo nell’ambito del sistema dell’emergenza e dell’urgenza che assicuri il coordinamento dei trasporti primari e secondari all’interno della rete ospedaliera regionale e delle reti di riferimento nazionale (compresi il trasporto materno Stam e neonatale Sten); il coordinamento regionale dei trapianti, incluse le attività di trasporto degli organi e dei tessuti e degli assistiti candidati al trapianto; il coordinamento del sistema regionale sangue con particolare riferimento alle attività di scambio e compensazione del sangue e degli emocomponenti.
“Il Programma di riqualificazione e certificazione di competenze del sistema dell’emergenza-urgenza della Regione è finanziato con 2 milioni e mezzo di euro – ha precisato l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru – Dare attuazione a questo Programma è compito dell’Areus, che si avvarrà del supporto dell’Ats. In attesa dell’Atto aziendale, è importate approvare i primi indirizzi di programmazione funzionali all’avvio e, nell’ambito del perimetro delle competenze previste dalla legge, di definizione delle modalità organizzative”.
In una prima fase, il Direttore generale Areus provvederà alla definizione dei processi di ricognizione, con le altre aziende sanitarie, individuando le strutture organizzative che dovranno essere ricondotte all’Azienda per l’emergenza urgenza, il personale dipendente a tempo indeterminato, determinato e a contratto operante nei servizi Areus, il patrimonio mobiliare e immobiliare oggetto di trasferimento o comunque funzionale alla sua operatività, gli eventuali debiti e crediti oggetto di trasferimento, i contratti di fornitura, beni, servizi e utenze, funzionali alla piena operatività dell’Azienda. Con le altre Aziende si dovranno individuare anche i servizi da gestire in forma integrata, le modalità di aggregazione degli acquisiti, una prima struttura organizzativa, il modello operativo e il crono-programma delle attività. Fase da concludere entro i primi quattro mesi del 2018, mentre la seconda fase si completerà entro la fine 2018 con la formalizzazione dell’assetto gestionale e organizzativo dell’Azienda. Per assicurare la programmazione delle attività e il finanziamento all’ Areus, si parte in via provvisoria per il 2018 con una quota pari a 67 milioni di euro.
“Un penoso copia e incolla della Lombardia uscito male”, ha commentato Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, secondo il quale l’Areus non ha una vita propria e “viene svilita a ente-fantoccio dell’Ats: dovrà chiedere risorse per poter esercitare le proprie funzioni ad un’azienda che non riesce neppure a gestire le proprie funzioni e che ha già un suo disavanzo di oltre 200 milioni di euro. Il Direttore Areus per sostituire un’ambulanza dovrà chiedere al direttore Ats e fare la guerra con i direttori delle aree socio-sanitarie di tutta la Sardegna per contendersi le risorse. La previsione di 67 milioni di euro non solo dimostra che la gestione dell’elisoccorso da 97 milioni resta incomprensibilmente in capo al direttore Moirano e all’asso del volo Arru, ma certifica anche che non esiste la volontà di compiere miglioramenti sul piano qualitativo e che si rischia di non coprire il fabbisogno dal punto di vista quantitativo”.
“Si sono vantati di aver semplificato il quadro – ha aggiunto l’esponente azzurro – Invece ci troviamo con una moltiplicazione dei grovigli burocratici, con una Asl ‘plurima’ e con un ente in più, che è viene ridotto a scatola vuota di un sistema a scatole cinesi. Provocano il caos, scaricano le responsabilità su altri e promettono effetti miracolosi oltre il termine del loro mandato. Il risultato è una sanità che costa di più e offre molto meno ai cittadini e ai territori”.
All’attacco anche il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni: “E’ sconcertante apprendere che, dopo gli infiniti ritardi accumulati a causa delle beghe sulla poltrona del direttore generale tra le diverse correnti del Pd, i sardi dovranno aspettare ancora fino alla fine del 2018 per vedere entrare a pieno regime l’Azienda sanitaria regionale per l’emergenza-urgenza”.
“Scopriamo che, prima di raggiungere la piena operatività – ha aggiunto Dedoni – si dovrà passare attraverso un interminabile iter burocratico che ricorda in tutto e per tutto quello che sta caratterizzando l’avvio dell’Ats, lasciando presagire gli stessi foschi scenari. L’Ats, a distanza di un anno, è riuscita soltanto ad aggravare i problemi del sistema sanitario, tagliando servizi e posti letto, gettando nel caos le strutture ospedaliere, allungando all’infinito le liste d’attesa e riuscendo a fallire persino nelle uniche due funzioni che sarebbero ragionevolmente dovute spettare all’azienda unica, vale a dire la gestione centralizzata degli acquisti e del personale, è lecito aspettarsi un disastro simile anche per quanto riguarda il comparto dell’emergenza-urgenza”. (red)
(admaioramedia.it)