Nonostante le rassicurazioni dell’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, e l’intervento difensivo del senatore del Pd, Silvio Lai, aumentano i dettagli inquietanti che alimentano la polemica sulle procedure seguite per il trasferimento del cooperante sardo di 37 anni che ha contratto il virus Ebola.
In particolare, sul trasporto del paziente, sulle fotografie scattate da alcuni presenti (come si vede nel fotogramma del filmato trasmesso da Videolina) e sulla mancanza di una barella di biocontenimento. Manchevolezze segnalate anche in alcune dichiarazioni dei rappresentanti della Federazione Sindacati Indipendenti, che hanno parlato di “pessima e superficiale gestione”: la barella di biocontentimento ‘prestata’ dall’ospedale Spallanzani di Roma sarebbe stata inadeguata alla stanza della struttura sanitaria sassarese e non passando dalla porta di ricovero del paziente, avrebbe costretto quest’ultimo ad uscire con le sue gambe dalla stanza per poi adagiarsi sulla biobag; il laboratorio di analisi non sarebbe stato autorizzato né attrezzato per gestire i campioni del virus; il sangue infetto sarebbe stato trattato alla stregua del plasma normale e da tecnici ignari dei rischi; sarebbe stata contaminata la centrifuga, macchinario di analisi, con rallentamento di tutte le attività. A riprova che qualcosa non ha funzionato, anche altri quattro, tra sanitari e tecnici, del laboratorio di analisi sono sotto sorveglianza speciale. Dubbi che anche il Ministero della Salute vorrebbe chiarire, tanto che si parla della richiesta all'Assessorato di una relazione dettagliata sui fatti.
Dopo le richieste di chiarimento dei giorni scorsi, Forza Italia ha deciso di presentare un’interrogazione in Consiglio regionale per avere “piena chiarezza su eventuali falle e responsabilità nella gestione dell’emergenza, ma soprattutto azioni concrete affinché non si ripetano”.
“Con la sicurezza dei cittadini non si scherza – hanno spiegato i primi firmatari del documento, Ugo Cappellacci e Ignazio Locci – Occorre fare piena luce sulla dinamica dei fatti, accertare eventuali omissioni e adottare tutte le cautele necessarie affinché non si ripetano. Proprio perché la priorità è il bene supremo della vita e della salute dei cittadini, che non è certo di sinistra o di destra non rispondiamo neppure alle solite battute di secondo ordine di qualche frangia del Pd, che tenta di buttarla in polemica politica con argomentazioni false e che non c’entrano nulla per distrarre dal cuore della questione. Se la ‘macchina’ sanitaria non è pronta o non lo è del tutto, si mettano da parte le chiacchiere, i comunicati e le conferenze stampa e si lavori 24 ore su 24 per rimediare”. (red)
(admaioramedia.it)