Dal 30 giugno scorso è scaduto il contratto semestrale per il medico di base ad Ussassai, in Ogliastra, ma finora nessuno lo ha sostituito e da alcuni giorni i cittadini, preoccupati dalle distanze con le altre strutture sanitarie, stanno protestando con alcuni sit-in di fronte all’ambulatorio, oramai chiuso.
Venerdì scorso, l’Ats e l’Assl Lanusei hanno rilanciato l’avviso per l’incarico semestrale di medico di Medicina generale: “Non essendo pervenuta alcuna candidatura alla data di scadenza, sono riaperti i termini per l’affidamento di un incarico provvisorio di assistenza primaria per l’Ambito territoriale n. 1.7: Osini, Ulassai, Gairo, Seui, Ussassai, con ambulatorio presso il comune di Ussassai. L’incarico verrà affidato al primo candidato disponibile provvisto dei titoli necessari, ai sensi dell’Accordo collettivo nazionale di Medicina Generale”. E negli uffici sanitari si resta in attesa delle eventuali domande.
Intanto, ieri sera, il paese è sceso in piazza per l’ennesima protesta: “È assurdo che i cittadini debbano scendere in piazza per protestare contro la burocrazia che ritarda la nomina di un medico di base – ha commentato Salvatore Deidda, deputato di Fratelli d’Italia, che ha partecipato alla fiaccolata – Strade difficili con continuo tornanti, infrastrutture inesistenti (mai preso in considerazione la costruzione di un ponte che alleggerisca la strada) e un continuo taglio dei servizi, dalla scuola alle poste. Lo Stato non deve fuggire come se fosse una azienda privata che fa dei conti da zelante ragioniere, ma deve investire e dare attuazione e aggiornare la legge sulla montagna del 1997, mai abrogata, con il trasferimento di servizi e riconoscimento di condizioni particolari per scuole, uffici e taglio della burocrazia”.
“Ussassai – ha aggiunto Deidda – vive la situazione della maggior parte dei comuni sardi e di tanti piccoli comuni d’Italia ai quali serve poter utilizzare l’avanzo di bilancio per opere pubbliche strategiche. Se non si attua la ‘legge sulla montagna’, lavoreremo ad una proposta di legge che quando lo Stato taglia i servizi, i cittadini dovranno pagare meno tasse in base alla distanza. È una battaglia per il diritto ad esistere e non scomparire”. (red)
(admaioramedia.it)