Dopo il parere negativo del Consiglio delle autonomie locali (Cal) organismo composto dai sindaci sardi, sulla riforma della Rete ospedaliera predisposto dalla Giunta Pigliaru e le continue manifestazioni territoriali di protesta di cittadini ed amministratori locali, proseguono anche le denunce dell’opposizione sui rischi di depotenziamento del servizio sanitario nell’Isola.
“Particolare attenzione merita la situazione del reparto di Chirurgia plastica del Brotzu – hanno evidenziato capogruppo e vice di Forza Italia in Consiglio regionale, Pietro Pittalis e Alessandra Zedda – per il quale è prevista la chiusura e l’apertura al Policlinico di Monserrato, con conseguente assegnazione di un incarico diretto di dirigente di struttura. Un caso che sembra far prevalere logiche di clientelismo in barba alla professionalità”.
I due forzisti hanno richiamato anche un ricorso finito al Tar: “L’esempio eclatante è quello accaduto al dottor Luca Andrea Dessy che avrebbe dovuto partecipare al concorso (mai bandito) per la cattedra di Chirurgia plastica: invece l’Università di Cagliari ha assegnato l’incarico per chiamata diretta a un altro professionista. La contestazione è arrivata davanti al Tar, al quale spetterà di esprimersi in merito alla situazione venutasi a creare”.
“E’ il frutto di una riforma sanitaria disattenta alle giuste competenze e al fabbisogno della salute dei cittadini – hanno aggiunto Zedda e Pittalis – Questa politica di clientelismo deve finire, pena il declassamento delle Aziende ospedaliere. E’ indispensabile più trasparenza e il rispetto delle norme, anche in fase di approvazione. Con gli ultimi atti aziendali del Brotzu e dell’Ats il centro sud Sardegna, territorio nel quale c’è la significativa presenza di aziende ad alto rischio ustioni, andrà incontro a un devastante depotenziamento di servizi sanitari sul territorio e in particolare dirà addio al centro ustioni per il sud Sardegna (oggi perfettamente funzionante al Brotzu)”.
Nei giorni scorsi, Paolo Truzzu, consigliere di Fratelli d’Italia, aveva denunciato che, con l’approvazione dell’Atto aziendale del Ats, ci sarà un arretramento sui servizi ai malati cronici, essendo stata cancellata la Struttura complessa territoriale di Nefrologia e Dialisi di Cagliari: “Una decisione francamente incomprensibile, non solo in considerazione dei risultati raggiunti dalla Struttura, ma anche in relazione agli obiettivi che lo stesso presidente Pigliaru e l’assessore Arru hanno più volte dichiarato di voler raggiungere con la costituzione dell’Azienda per la tutela della salute e con l’adozione della riforma della Rete ospedaliera”.
“Non è concepibile che la riforma della rete ospedaliera possa andare contro le istanze dei territori isolani – ha aggiunto Edoardo Tocco, consigliere di FI – La Sardegna ha già espresso la sua contrarietà al disegno, che rischia di portare ad un ridimensionamento dell’offerta socio sanitaria in diverse aree dell’Isola. Un caos annunciato. Si pensi alla cancellazione del punto nascita de La Maddalena, ai tagli annunciati a Lanusei e Isili, alla chiusura di alcuni reparti tra Isili, Muravera e Sorgono. Con questo riordino sono a rischio anche diverse professionalità nelle corsie degli ospedali, con i pronto soccorso che potrebbero subire un contraccolpo negativo”.
“L’azione combinata dell’approvazione di questa rete ospedaliera e delle scelte incomprensibili e illogiche adottate soprattutto dai direttori generali di Ats e Brotzu rischia di creare lacerazioni terribili – ha paventato il consigliere regionale dei Riformatori, Michele Cossa – Alla base ci sono scelte prese non per migliorare il sistema ma palesemente per favorire tizio o caio. In questa situazione è naturale che le comunità locali siano spaventate e che il mondo sanitario bocci queste scelte su tutta la linea. Gli assetti della sanità sarda saranno profondamente modificati e ad esserne interessare saranno soprattutto le zone meno popolate, dove si trovano i cosiddetti piccoli ospedali che verranno ridimensionati. Servizi saranno tagliati quasi dappertutto mentre le aggiunte si contano sulle dita di una mano e certo non riguardano le zone interne. In parte si tratta di qualcosa di ineluttabile, sia per ragioni puramente sanitarie che di sostenibilità economica, problemi che non si possono più ignorare. Tuttavia un approccio superficiale e clientelare, che finisce per favorire alcune realtà a scapito di altre non può che scatenare venti di rivolta, perché resta nell’immaginario collettivo l’idea di una cesura netta tra centri politicamente più forti che sono stati ben protetti, e il resto della isola, in cui il sentimento prevalente è quello dell’abbandono”.
Intanto, l’Areus (Azienda per l’emergenza urgenza in Sardegna) è ancora senza direttore generale: “Un mostro senza capo né coda – ha sottolineato Marcello Orrù, consigliere regionale Psdaz – Ennesima invenzione di una pessima riforma della sanità, eppure la gestione del pronto soccorso in Sardegna sta dimostrando falle da tutte le parti”. (red)
(admaioramedia.it)