Avendo deciso di rescindere la convenzione con l’Aias (Associazione italiana di assistenza agli spastici), che da oltre quarant’anni si occupava di assistere migliaia di pazienti nei 46 centri con oltre 1.000 dipendenti, la Giunta regionale ha costituito una società (Sas Domos), che dovrebbe assumere i dipendenti Aias per garantire lo stesso livello di assistenza e rilevarne i centri.
“Quella che doveva essere una soluzione di emergenza per ‘non lasciare in mezzo a una strada’ i pazienti e gli assistiti dell’Aias, dopo la revoca della convenzione con l’Ats, rischia di nascondere qualcosa di molto peggio – ha sottolineato il capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, Attilio Dedoni – La società nasce per occuparsi di un elenco interminabile di attività di ogni genere, sia assistenziali che di supporto, con il fortissimo dubbio che si sia voluta dotare l’azienda sanitaria regionale di una sorta di ‘braccio operativo’ che possa gestire, a braccetto con soggetti privati ancora da individuare, la gran parte dei servizi extra-ospedalieri in carico all’azienda stessa”.
Secondo l’esponente dei Riformatori, “la fretta con cui è stata costituita Sas Domos ha avuto l’effetto di distogliere l’attenzione dai dettagli. Perché far costituire la società dall’Ats, in qualità di socio unico che poi dovrà cedere ai privati tra il 30% e il 40% delle quote, anziché creare una società autonoma con capitale regionale cui affidare in regime transitorio le attività precedentemente gestite dall’Aias, per poi stipulare nuove convenzioni nel settore privato? Si sarebbe evitato di far ricadere tali attività sulla spesa sanitaria regionale, con il rischio di tornare a far crescere il disavanzo”. La spiegazione potrebbe essere nello statuto di Sas Domos: i compiti saranno ben più ampi rispetto ai servizi che l’Aias gestiva in convenzione. Si occuperà, sia in ambito ospedaliero che territoriale, di analisi di laboratorio, prelievi, dialisi, screening e radiodiagnostica, svolgerà attività socio-assistenziale nella riabilitazione, nella residenzialità psichiatrica, nelle comunità integrate e nelle comunità alloggio, per i disturbi dell’alimentazione e dello spettro autistico, per l’Alzheimer, il Parkinson e le fragilità della persona. Infine, potrà operare in numerosi servizi di supporto alle attività assistenziali, dall’informatizzazione alla logistica, passando per le manutenzioni e la ristorazione.
I dubbi di Dedoni sono soprattutto sulla possibilità di stipulare convenzioni e concorrere a gare d’appalto: “Potrà stipulare convenzioni con l’Ats o magari partecipare alle sue gare d’appalto? Inoltre, il nuovo soggetto ha già un amministratore unico e un revisore dei conti, indicati dal socio unico (vale a dire l’Ats, nella persona del dg Moirano). Come sono stati selezionati? Come saranno selezionati i soci privati che entreranno nella compagine azionaria? Siamo preoccupati per la tutela della salute in Sardegna; per quella dei Sardi e, in particolare, per quella del dottor Moirano, sulla cui persona sembra dover gravare un’ulteriore mole di impegni e responsabilità che non gli si può certo invidiare”. (red)
(admaioramedia.it)