Secondo il rapporto Crea (Consorzio per la ricerca economica applicata in sanità) – consorzio costituito dall’Università di Roma “Tor Vergata” e la Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) che si occupa di stilare la classifica dei servizi sanitari regionali – la Sardegna è all’ultimo posto, nell’area ‘critica’ insieme a Sicilia, Molise, Puglia, Basilicata, Campania e Calabria, che la precedono. Ai primi posti le Province autonome di Trento e Bolzano.
L’impietosa fotografia, che misura la performance dal lato della domanda e non dell’offerta, emerge dalla VI edizione del progetto ‘La misura della performance dei Ssr’: le dimensioni prese in considerazione sono quella sociale (equità), esiti, appropriatezza, innovazione ed economico-finanziaria ed il giudizio è compilato da un comitato qualificato di esperti che conta 100 rappresentanti delle diverse categorie di ‘stakeholder’: utenti, istituzioni, professioni sanitarie, management aziendale e industria medicale.
“Il progetto – spiega il Crea – ha l’ambizione di fornire un contributo alla definizione delle politiche sanitarie, con la finalità di rappresentare una modalità ‘terza’ di valutazione dei livelli di tutela e promozione della salute a livello regionale, capace di fornire una indicazione sul livello di legittima aspettativa che il cittadino può detenere nei confronti della salute perseguibile nei diversi contesti regionali. Il progetto evidenzia come il divario Nord-Sud nel Sistema sanitario nazione italiano, trovi una nuova declinazione nei criteri di misurazione della performance”.
Dati che hanno riacceso la polemica, sempre viva, sulle condizioni del sistema sanitario regionale: “La Giunta Pigliaru è l’accabadora della Sanità isolana – hanno detto .i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu e Gianni Lampis – Un fallimento conclamato e più volte denunciato. Il presidente Pigliaru, il suo assessore al Bilancio Paci, con le sue scelte poco strategiche, quello alla Sanità Arru, con la sua riforma sanitaria, tutto il centrosinistra in Consiglio regionale sono i responsabili di questo sfacelo: liste d’attesa lunghe; reparti d’eccellenza chiusi o abbandonati a loro stessi; nessuna considerazione per le esigenze dei pazienti come del personale medico e infermieristico; la gestione degli ultimi anni della Sanità sarda è stata catastrofica”.
Per i consiglieri regionali dei Riformatori, “i dati sulla sanità sarda confermano ciò che gli operatori sanitari sardi e i loro pazienti sanno già benissimo e cioè che il livello dell’assistenza sanitaria in Sardegna è ormai scaduto in modo inaccettabile. Con arroganza e presunzione si è provveduto allo smantellamento della rete assistenziale sarda, ignorando qualsiasi misurazione e razionalità della spesa, riempendosi la bocca di roboanti annunci, che in nessun modo soddisfano le esigenze di qualità della nostra sanità. Gli indicatori di performance stroncano impietosamente la prosopopea di questa maggioranza regionale che da quattro anni e mezzo colleziona disastri e incapacità”.
“Dopo il malessere che in questi anni si è sollevato dai territori – ha commentato Marcello Orrù, consigliere regionale gruppo consiliare di Fratelli d’Italia – contro una riforma della sanità ingiusta e che ha fortemente penalizzato i cittadini, demotivato il personale sanitario e peggiorato di gran lunga la qualità dei servizi, ora arriva l’ennesima bocciatura per le politiche sanitarie attuate in questi anni dalla Giunta regionale. Non ci poteva aspettare altro dopo una riforma che ha tagliato in maniera pesantissima le dotazioni ai reparti, i posti letto e i servizi nei territori di periferia e più disagiati e colpendo in maniera forsennata le fasce più deboli della popolazione. Un fallimento completo di riforme sbagliate che saranno sonoramente bocciate dai sardi con il voto del prossimo anno”. (red)
(admaioramedia.it)