Oltre 1.000 le persone affette da talassemia in Sardegna (12 bambini, dati del 2015) con un fabbisogno di sangue per l’autosufficienza regionale di 110 sacche per mille abitanti, ma quello a disposizione è di appena 54 unità. Perciò, nell’incontro in Assessorato di questa mattina, il presidente dell’associazione Thalassa Azione, Ivano Argiolas, ha chiesto che la Regione apra “la vertenza talassemia, da affrontare in maniera convinta e forte“.
“L’ospedale Microcitemico Antonio Cao deve essere il punto di riferimento regionale per la talassemia e le malattie rare: lo prevede la rete ospedaliera, confermando quella che è una struttura di grande livello”, ha detto l’assessore della Sanità, Luigi Arru, affiancato dal direttore generale e sanitario dell’Azienda Brotzu, Graziella Pintus e Vinicio Atzeni, illustrando le iniziative e gli interventi che riguardano le persone con talassemia.
L’assessore Arru, che ha accolto la proposta di costituzione di un tavolo tecnico permanente sulle emopatie, ha anche sottolineato come sia già avviato un percorso di rilancio del Microcitemico, che richiede tempo, “ma che porterà l’ospedale ad essere eccellenza regionale, nell’ottica del lavoro in rete”.
“Ci sono 8 milioni 200mila euro di fondi europei per i lavori di ampliamento e 600mila per gli arredi – ha evidenziato il direttore generale Pintus – Abbiamo acquistato una tac pediatrica con 1milione e 250 mila euro e assunto l’impegno di definire una struttura dedicata ai talassemici, diversa dall’attuale ospitata nella clinica pediatrica”. (red)
(admaioramedia.it)