“Non c’è un’epidemia di meningite in corso”. Questa la tesi dell’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, e di Giorgio Steri, direttore del Servizio Igiene epidemiologica e Sanità pubblica della Assl di Cagliari, in riferimento alla psicosi crescente dopo le due morti per Meningite: un giovane studente (19 anni) di Tortolì ed un 20enne di Cagliari.
Sono 8 i casi registrati tra dicembre 2017 e i primi mesi del 2018, ma secondo la Regione la situazione è sotto controllo e il numero di casi registrati è nella media e sono oltre mille le persone vaccinate dalla Assl di Cagliari nell’ultima settimana, compresi familiari e persone che hanno avuto contatti stretti con i pazienti. Proprio perché è tutto nella norma, la Regione esclude la vaccinazione di massa: “Non è facile essere contagiati, non basta essere rimasti nella stessa stanza o essersi scambiati una stretta di mano – precisa l’assessore Arru – abbiamo proceduto alla vaccinazione delle persone entrate a stretto contatto con i pazienti. La prassi non prevede la vaccinazione obbligatoria dove si registra un focolaio, ma non un’epidemia. Sono stati coinvolti i medici di famiglia e le guardie mediche, ai quali ci si può rivolgere di fronte a determinati sintomi e che possono, dove sia necessario, iniziare la terapia antibiotica. La corsa alla vaccinazione non è necessaria”.
Comunque, è necessario attivare piccoli accorgimenti affinché il focolaio venga contenuto ed il rispetto delle norme igienico sanitarie è fondamentale: “Non bere dallo stesso bicchiere o dalla stessa cannuccia, non fumare la stessa sigaretta, non scambiare secrezioni salivari con chi non si conosce, comportamenti che ridurrebbero sensibilmente i rischi di contagio”.
Riguardo alle discoteche Cocò e Fbi, dove si trovavano alcuni dei ragazzi coliti dai sintomi, Steri comunica che “la discoteca Fbi è stata chiusa nel mese di gennaio per motivi igienico-sanitari e ha poi riaperto. La seconda, in via Newton, è stata chiusa pochi giorni fa a tempo determinato per gli stessi problemi. Le condizioni igienico sanitarie non erano a norma a causa del sovraffollamento e del sistema di areazione inadeguato”.
Silvia Pasquini
(admaioramedia.it)