“Il rinnovamento della sanità in Sardegna passa anche attraverso il nuovo modello di gestione del settore dell’emergenza-urgenza, uno degli obiettivi strategici della Regione che punta a modificare, con l’aiuto dei finanziamenti del Fondo sociale europeo, e nel più breve tempo possibile, l’assetto della medicina d’urgenza.” E’ l’intendimento dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, convinto che “la nascita dell’Areus (Azienda regionale per l’emergenza-urgenza) è solo il primo passo verso una gestione più omogenea e qualificata di tutti i soggetti interessati, dal sistema territoriale di soccorso al sistema ospedaliero.”
Durante un incontro a Nuoro, nella sede dell’Ailun (Associazione per l’istituzione della libera università nuorese), i principali attori del sistema dell’emergenza-urgenza regionale hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con tre autorevoli medici statunitensi esperti del settore provenienti dalla prestigiosa Harvard Medical School di Boston: Kevin Ban, Jonathan Edlow e Matt Babineau.
“Tre sono i pilastri della nostra azione di cambiamento: cure territoriali, rete ospedaliera, emergenza-urgenza – ha spiegato Arru – Entro pochi mesi dovremo decidere quale percorso intraprendere e siamo ancora nella fase dell'ascolto, stiamo raccogliendo i suggerimenti e le richieste. Vogliamo analizzare le criticità per capire come intervenire sull’alta formazione dei medici e degli infermieri. Dobbiamo diffondere standard comuni per tutta la Sardegna, qualificare e riqualificare il personale in servizio presso il sistema di emergenza. Vogliamo restituire al Servizio sanitario regionale professionisti altamente specializzati con competenze omogenee nel rispetto dei più avanzati standard internazionali”.
La Regione guarda con attenzione allo schema applicato dal 2003 in Toscana dove, grazie alla partnership innovativa con i centri specializzati di Boston, è stato “importato” un modello che sta dando ottimi risultati. Il progetto formativo di riqualificazione e certificazione delle competenze, attraverso la “formazione dei formatori”, è un esempio unico in Italia: “È replicabile anche in Sardegna – ha sottolineato l’Assessore – purché si tenga conto delle peculiarità del nostro territorio e si valorizzi quanto di buono già è stato fatto in questi ultimi anni”.
L’intervento finanziario è assicurato dalle risorse del Fondo sociale europeo 2014-20: “I fondi ci sono, adesso occorre programmare in tempi rapidi – ha garantito l’assessore del Lavoro, Virginia Mura – I percorsi formativi di eccellenza e l’alta qualificazione dei dipendenti della sanità pubblica rientrano negli obiettivi del Programma FSE.” (red)
(admaioramedia.it)