L’iscrizione nel registro degli indagati di alcuni rom (per i roghi nel campo nomadi abusivo sorto vicino alla Motorizzazione civile nella strada statale 554 sono stati indagati sette cittadini bosniaci ed un cagliaritano per gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento e disastro ambientale, ndr), nonché la nomina di un consulente tecnico d’ufficio che dovrebbe, si spera, finalmente accertare il livello di inquinamento dei terreni e delle falde acquifere, è sicuramente un passo avanti. Ma non basta!
Ciò che auspichiamo, in questo unitamente agli amici del Gruppo di intervento giuridico, è che la Magistratura sappia andare fino in fondo, accertando le responsabilità non solo dei rom – i quali costituiscono l’elemento terminale di una vera e propria catena di illeciti e che comunque, in assenza di arresto, anche se iscritti nel registro degli indagati potranno continuare a fare esattamente quello che hanno sempre fatto – ma di coloro che hanno reso possibile tutto questo, conferendo sistematicamente i rifiuti da bruciare, oppure mettendo a disposizione i propri terreni magari per indurre l’Amministrazione comunale a sbloccare possibili lottizzazioni, o semplicemente omettendo di fare ciò che sarebbe stato proprio dovere fare per controllare il territorio e prevenire queste attività illecite.
La speranza è che la Procura, e in particolare il Pubblico ministero che è stato designato, Giangiacomo Pilia, sappia fare fino in fondo il proprio dovere, magari con la giusta discrezione e avendo cura di evitare che ai fumi tossici che già respiriamo si sommino insopportabili fumi mediatici, di inquirenti in cerca di visibilità. Dal canto nostro, ci costituiremo parte civile affinché i responsabili di questo scempio ambientale alle porte della città, favorito da una latitanza imbarazzante delle Istituzioni, ne paghino le conseguenze, accollandosi l’onere della bonifica e della caratterizzazione dell’area.
Antonio Guerrieri – Comitato No Diossina Mulinu Becciu (Cagliari)
(admaioramedia.it)
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