Le assemblee legislative delle Regioni a Statuto Speciale e delle province autonome rivendicano un ruolo di primo piano nell’attuazione del disegno regionalista attuato con la riforma costituzionale del 2001. Dopo il referendum dello scorso dicembre che aveva bocciato sonoramente la riforma costituzionale “centralistica” voluta da Matteo Renzi, il dibattito sulle riforme costituzionali e sul regionalismo riparte dalla Sardegna, che oggi ha celebrato la giornata simbolo della sua autonomia. Il coordinamento dei Presidenti delle Assemblee delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome, riunito a Cagliari, ha approvato un documento sulle prospettiva di riforma del regionalismo.
“Il nostro lavoro continua con un documento che rivendica il ruolo delle Assemblee legislative delle Regioni a statuto speciale e Province autonome a guidare la piena attuazione del disegno regionalista iniziato con la riforma costituzionale del 2001 e non ancora portato a compimento”, ha affermato Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale della Sardegna e coordinatore delle Assemblee delle Regioni speciali e province autonome. “La dichiarazione sottoscritta questa mattina sottolinea la necessità di affrontare insieme alle regioni ordinarie il percorso del regionalismo differenziato per l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia da garantire a tutte le realtà regionali, a seconda delle proprie esigenze e delle proprie vocazioni. Abbiamo la volontà di proseguire il confronto già avviato con il Governo al fine di completare il lavoro svolto dalla Commissione tecnica in materia di procedure di riforma degli statuti e di adozione delle norme di attuazione, ribadendo la richiesta al Governo stesso e agli esecutivi delle Regioni speciali e delle Province autonome di favorire un più ampio coinvolgimento dei rappresentanti delle Assemblee legislative da essi presiedute”.
“E’ emerso in questi due giorni un dato politico nuovo: – ha aggiunto Franco Iacop, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e Coordinatore nazionale della Conferenza dei Consigli regionali italiani – i referendum consultivi sull’autonomia della Lombardia e del Veneto che avranno luogo il prossimo 22 ottobre offrono l’occasione – e la presenza a Cagliari anche dei Presidenti delle Regioni cosiddette ordinarie lo dimostra – per provare a trovare la definizione di un nuovo paradigma regionalista. Il procedere verso maggiori forme di autonomia differenziata avvicina, anziché allontanare, le ragioni delle specialità; orienta tutti i territori a condividere maggiore differenziazione. Una strada per nulla facile e priva di ostacoli, che richiede trasparenza nella gestione delle risorse e capacità ottimale di allocazione per i servizi essenziali per i nostri cittadini a partire da welfare e sanità”. (red)
(admaioramedia.it)