Qualche giorno fa il presidente Pigliaru ha mostrato la ‘carota’: «Si tratta soldi veri e immediati – ha spiegato durante una conferenza stampa – Viene rispettato concretamente un nostro diritto l’ordine di grandezza è importante perché i 300 milioni di euro sono un’anticipazione del credito complessivo che non è stato ancora esattamente concordato con lo Stato.»
Il ‘bastone’ lo ha mostrato un calcolo elaborato dal Centro studi del “Sole 24 Ore”, basato su Pil e popolazione di ogni territorio, che evidenzia come la Sardegna sia la Regione maggiormente penalizzata nella graduatoria dei tagli. La manovra finanziaria 2015 del Governo Renzi prevede rilevanti tagli a tutte le Regioni: in tutto 4 miliardi di euro. Ma bontà governativa, i Presidenti delle Regioni hanno tempo fino al 31 gennaio per indicare dove tagliare, altrimenti Roma deciderà unilateralmente.
Nella classifica delle decurtazioni sulla "spesa totale" la Sardegna subirà un -4,3%, conquistando il primo posto nazionale, davanti alla Lombardia (-3,3%) ed al Veneto (-3,1%). Posto di vertice assoluto, tra le Regioni a Statuto speciale, nei tagli sulla "spesa non sanitaria": -9,1%. Dietro all’Isola sul podio, il Friuli Venezia Giulia (-3,1%) e la Sicilia (-1,5%). In viale Trento, il taglio equivarrebbe a 273 milioni di euro, su una spesa totale di 6.289 milioni di euro, dei quali 3.282 di spesa sanitaria. Perciò, la speranza di tener fuori dai tagli la sanità sarà evidentemente una 'missione impossibile' dei Governatori, che avevano richiesto al Governo, inutilmente, un alleggerimento delle decurtazioni proprio per non influire sulle prestazioni sanitarie e più in generale sui servizi per i cittadini.
Da considerare che, secondo la ricerca, nelle Regioni a statuto speciale «le cifre sono già scritte nella manovra e quindi non sono più soggette a variazioni». Perciò, rien ne va plus, les jeux sont faits. E le 'palline' continuano a girare.
Fabio Meloni
(admaioramedia.it)