Nulla di fatto al termine dell’incontro di ieri sera, a Palazzo Chigi, tra il presidente Pigliaru, accompagnato dall’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, ed il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ma il Governatore sardo non sembra sorpreso: “Sapevamo che sarebbe stato un incontro complesso, perché complessa è la situazione della Sardegna sul fronte delle questioni aperte con il Governo. Se su alcuni dei punti affrontati possiamo dirci soddisfatti, su altri certamente no. Ci sono ancora importanti questioni aperte che chiedono soluzioni in tempi rapidi. Faremo la nostra parte con determinazione. Il tempo stringe e la Sardegna pretende risultati.”
La delusione è arrivata sul tema degli accantonamenti: “Abbiamo apprezzato la disponibilità personale del presidente Gentiloni – ha aggiunto Pigliaru – ma certamente dopo mesi di riunioni tecniche, di nostre denunce sul livello ingiustificato e ingiusto degli accantonamenti, ci aspettavamo una risposta netta che non è arrivata neanche in questa occasione. Abbiamo comunque l’impegno del presidente del Consiglio a presentarci una proposta prima della chiusura della legge di stabilità.”
Deluso dall’atteggiamento del Governo, Pigliaru ha provato a rilanciare su altri temi: agenzia delle entrate (“Abbiamo ribadito la nostra forte richiesta per il ritiro del ricorso”), insularità (“Soddisfatti dell’impegno assunto dal Governo di affiancarci nelle nostre richieste in tema di continuità territoriale per portarle ai massimi livelli delle istituzioni europee e sostenere il diritto della Sardegna alla mobilità”), questione La Maddalena (“Confermati i 21 milioni per finanziare l’accordo tra Stato e Mita e la decisione di definire entro l’anno gli altri aspetti, a partire dal commissariamento, per accelerare i lavori e la spesa dei 50 milioni già disponibili”) e servitù militari (“Abbiamo chiesto conto dei ritardi e della inaccettabile incertezza con la quale vengono di volta in volta definite le compensazioni. Ci aspettiamo un approfondimento in tempi molto brevi”).
Dai banchi dell’opposizione, interviene l’ex Governatore, Ugo Cappellacci, ricordando che “il Governo ha scippato 3 miliardi e 300 milioni alla Sardegna e Pigliaru ringrazia per la disponibilità. Tanti giri di parole per coprire il nulla. Basta con le bufale e le prese in giro. L’ultimatum fasullo e ridicolo di Pigliaru, finito come una bolla di sapone, è solo l’ennesimo inchino”.
Secondo il coordinatore regionale di Forza Italia, dopo aver ritirato i ricorsi presentati dalla sua Giunta non ci poteva essere esito diverso: “Hanno ritirato tutti i ricorsi, ma si limitano a chiedere 300 milioni anziché tutto il maltolto. Un atteggiamento pavido di chi prima ha coperto le scorribande di Renzi, con l’accordo-patacca del 2014, che ha portato via il salvadanaio dei sardi, e ora copre quelle del suo successore perché antepone la fazione politica a quello della Sardegna. Atteggiamento servile, sconfessato dai sardi anche con il voto referendario, che ha messo in un angolo il primo presidente della Regione che ha rinnegato l’Autonomia. La Legislatura è finita perché c’è un presidente che ha una maggioranza solo numerico ma ha esaurito ogni idea, ogni spinta progettuale”.
“Non deve stupire che l’incontro tra il Governatore della Sardegna e il Presidente del Consiglio Gentiloni sia finito in maniera negativa, finora non abbiamo notizia di buone nuove dai vari Governi Pd a cui il Presidente Pigliaru ha sempre assicurato leale collaborazione”, ha commentato Salvatore Deidda, portavoce regionale di Fratelli d’Italia. “Affermare che in mancanza di risposte, la Giunta regionale farà la voce grossa è l’ennesimo annuncio spot considerato che Gentiloni e i suoi colleghi ministri sono oramai prossimi al trasloco e difficilmente occuperanno nuovamente quelle poltrone. Promettono la guerra oggi, a fine legislatura, dopo aver deciso di non combatterla mai, quando scientemente e colpevolmente il duo Pigliaru/Paci ha alzato bandiera bianca rinunciando a ogni ricorso e rivendicazione. I Sardi sono rimasti fregati dai Governi Pd con la complicità della Giunta regionale più indipendentista della Storia. Una barzelletta che fa piangere”.
Per il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, “la vertenza sugli accantonamenti, o meglio sulle entrate erariali spettanti alla Sardegna, è aperta ormai da troppi anni e da parecchio tempo e abbiamo fatto l’abitudine a sentirgli dire che la prossima volta alzerà la voce. Perché ci sarà sempre una prossima volta, ma la voce di chi dovrebbe rappresentare gli interessi dei sardi, ahimè, si fa sempre più flebile, tanto che ormai viene da dubitare se in questi vertici romani la controparte riesca a udire quali sono le nostre rivendicazioni. Considerare i diritti sanciti dal nostro Statuto come una partita su cui si possa negoziare, partendo addirittura dalla rinuncia unilaterale a metà di quanto ci è dovuto, non può che portare al fallimento”. (red)
(admaioramedia.it)