In collaborazione con Sfirs, la Regione ha predisposto alcuni nuovi strumenti finanziari con l'obiettivo di far arrivare alle imprese nuova liquidità proveniente dal mercato, meno dipendente dalle banche e con garanzia pubblica. Nel pacchetto ci sono il nuovo Fondo investimenti per la patrimonializzazione delle imprese gestito dalla SFIRS e altre tre nuove misure inserite nel più grande Fondo regionale di garanzia per le imprese, anch’esso gestito dalla Finanziaria regionale: i minibond, le cambiali finanziarie, le obbligazioni convertibili.
Per rendere possibile l'operazione, la prima del genere in Italia con un progetto pilota, la Giunta a fine gennaio aveva istituito un Fondo rischi da 25 milioni di euro, finanziato dalla Sfirs, per contribuire ad accrescere la competitività delle aziende interessate. Si punterà soprattutto sulle imprese capaci di fare filiera (dunque di guidare anche tanti piccoli imprenditori che fanno rete, per esempio nell'industria agroalimentare, e che potranno così ricevere benefici) e fortemente orientate all'internazionalizzazione, e si daranno risposte concrete al sistema produttivo sardo, potenziandolo per favorire l'occupazione. I settori prioritari di intervento saranno agroindustria, turismo, energia sostenibile, logistica e trasporti, biomateriali. I finanziamenti dovranno essere restituiti a tassi di mercato in tempi molto lunghi, fino a dieci anni, e saranno integrati da cofinanziamenti di mercato.
"Questi nuovi strumenti consentiranno alle imprese piccole e medie di raccogliere nuove risorse finanziarie, diversificando così le proprie fonti di finanziamento a titolo di debito – ha spiegato l'assessore della Programmazione, Raffaele Paci – Con l'Assessorato dell'Industria stiamo anche lavorando ad un nuovo strumento per favorire le start up tecnologiche: iniziative che, insieme all'azzeramento dell'Irap per le nuove imprese e al taglio permanente del 25% per le altre che garantisce l'imposta più bassa d'Italia, rientrano nella politica di forte rilancio delle imprese messa in atto da questa Giunta".
"Riuscire a finanziarsi in modo alternativo – ha aggiunto il presidente della Sfirs, Antonio Tilocca – può ridurre i rischi tipici di quando si dipende troppo dal modo tradizionale di ottenere capitale, legato dunque alle banche, e in più consente alle imprese di accedere direttamente al mercato nazionale e internazionale fino ad oggi era irraggiungibile per chi non era quotato in borsa. È anche possibile ottenere importanti agevolazioni che rendono le piccole società non quotate del tutto simili, in termini di vantaggi legali e fiscali, alle grandi aziende che emettono titoli quotati". (red)
(admaioramedia.it)