L’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, ha scritto una lettera al presidente Pigliaru e la Legge Urbanistica, attesa dall’esame in Aula dopo oltre due anni di elaborazione, è stata rinviata in Commissione. Insomma, manca l’accordo all’interno della maggioranza di centrosinistra e quindi i voti per approvarla. Perciò, onde evitare una figuraccia della Giunta, si cerca nuovamente un accordo preventivo.
“Condivido interamente la lettera – ha detto Il Presidente – perché non c’è un sostegno ampio a quella che è una buona proposta di legge, frutto di una grande consultazione della società sarda che ha ottenuto il voto positivo della maggioranza e della Commissione all’unanimità. Preferiamo ammettere una difficoltà e segnare una battuta d’arresto necessaria, anche se non sempre appaiono chiare le ragioni di chi ha espresso dissenso. La Sardegna attende da troppi anni una legge urbanistica ed il rinvio non renderà facili certe scelte che resteranno comunque difficili. Prendiamo atto dei dubbi di alcune forze di maggioranza e, in parte, anche del Cal, anche se questi dubbi non sono stati ancora tradotti in proposte emendative”.
Dal capogruppo del Partito dei Sardi, Gianfranco Congiu, gruppo che sta creando non pochi grattacapi alla Giunta (sopratutto sulla sanità), è arrivato l’apprezzamento alle dichiarazioni di Pigliaru: “Ha dimostrato profonda intelligenza politica e capacità di sintesi su una problematica molto complessa. Il rinvio non deve essere letto come la morte della legge, sarà un passaggio che favorirà l’unità di tutti i sardi su provvedimento fondamentale”.
L’opposizione, ovviamente, è partita all’attacco della Giunta Pigliaru e della sua maggioranza: “La mancata discussione della legge segna l’ennesimo fallimento della Giunta Pigliaru. Questa maggioranza deve andare a casa oggi stesso”, ha commentato Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. “Pigliaru sta prendendo in giro il Consiglio regionale e tutti i Sardi. La legge andava discussa, prendere tempo è perdere tempo ai danni di un settore importante per ridare una speranza di sviluppo e di uscita dalla crisi alla nostra Isola”.
Per Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori, “il ritiro della Legge Urbanistica è un fatto positivo, perché era una cattiva legge, che non avrebbe risolto i problemi ma li avrebbe amplificati, gettando nel caos gli uffici tecnici comunali. Occorre riconoscere lo sforzo fatto dall’assessore Erriu, ma la mediazione tra visioni troppo differenti fra di loro hanno prodotto un testo senza visione e senza anima, certo non in grado di favorire l’economia della Sardegna. I Comuni si sono risparmiati i patemi d’animo legati alle difficoltà interpretative e anni di prevedibili contenziosi. La legge però è stata ritirata perché la Giunta non è più sorretta da una maggioranza: come pensa Pigliaru di affrontare il nodo politico, con la Legge Finanziaria alle porte?”. “La presa d’atto del fallimento politica della Giunta regionale e della sua maggioranza che oggi ha dimostrato di non esistere più – ha detto Marcello Orrù, consigliere di Fratelli di Italia – Quanto accaduto oggi in Aula certifica la fine della triste esperienza di governo della Giunta peggiore di tutta la storia dell’autonomia regionale. Vadano a casa Pigliaru e tutto il centrosinistra che hanno malgovernato la Sardegna e danneggiato gli interessi dei sardi”.
Il capogruppo dell’Udc, Gigi Rubiu, ha definito il gesto di Erriu “importante, a dimostrazione della sua serietà, per non restare ostaggio di settori della maggioranza. Ovviamente, questa legge non ci soddisfa e non soddisfa la Sardegna e per questo non poteva arrivare in Consiglio così com’è, fra l’altro con cento Comuni senza Puc che non avrebbero beneficiato degli interventi”. “Il centrosinistra ci ricasca – ha sottolineato il capogruppo Psd’Az, Gaetano Ledda – dopo la legislatura Soru anche quella di Pigliaru frana in Aula sulla Legge Urbanistica. Se le conseguenze dello stop del 2008 segnarono la fine dell’esperienza di Soru al governo della Regione, difficilmente l’attuale Giunta dimostrerà medesimo coraggio, ammettendo il fallimento del suo mandato e consegnandosi anticipatamente al giudizio degli elettori. Confidiamo in un sussulto di dignità e ci auguriamo che il presidente della Regione e la maggioranza di centrosinistra che lo sostiene, rassegnino le dimissioni e consentano così la chiamata anticipata dei sardi alle urne, per garantire, in fretta, alla Sardegna un nuovo governo e una politica nuova”. (red)
(admaioramedia.it)