Dopo l’approvazione della legge regionale, lo scorso 28 ottobre 2016, l’istituzione dell’Ase (Agenzia sarda delle entrate) era stata salutata con sontuosi comunicati stampa e dichiarazioni della Giunta Pigliaru.
“Un pezzo importante, essenziale per la nostra Regione e per gli interessi del popolo sardo”, aveva commentato soddisfatto l’assessore regionale del Bilancio, Raffaele Paci. Un’Agenzia regionale, che avrà un direttore generale, un revisore dei conti e 20 dipendenti, ricca di competenze: dalla vigilanza, controllo e riscossione dei tributi regionali al monitoraggio delle entrate; dalla verifica dei versamenti delle quote di gettito erariale spettanti alla Regione all’attività ispettiva nei confronti del contribuente; dalla gestione dei rapporti con l’amministrazione finanziaria alla riscossione delle entrate extra-tributarie dell’Amministrazione regionale; e tanto altro. Inoltre, l’Agenzia curerà la formazione e l’aggiornamento del suo personale.
Nonostante le feroci critiche dell’opposizione (che l’aveva definita un carrozzone dai costi elevati senza alcuna utilità) ed un piccolo intoppo per un ricorso del Governo nazionale, la Giunta regionale aveva proseguito il cammino ed a febbraio 2018, tra 17 candidati, aveva scelto e nominato il direttore generale dell’Ase: Antonio Asara, ex dirigente del settore finanziario del Comune di Arzachena, che resterà in carica tre anni. Poco dopo, il revisore dei conti: Antonio Capula. Nomine che, ad oltre due anni dall’istituzione, insieme al via libera al primo bilancio di previsione 2018-2020 (oltre 7 milioni di euro), parrebbero essere le uniche azioni ‘di rilievo’ della tanto strategica agenzia della Giunta Pigliaru, quella che avrebbe dovuto soprattutto risolvere il problema delle spettanze della Regione nei rapporti con lo Stato.
“L’approvazione del primo bilancio porta l’Ase in una fase pienamente operativa, perché consente di procedere con le assunzioni – aveva detto l’assessore Paci – Utilizzeremo prima la mobilità interna, poi bandiremo un concorso esterno”. Intanto, in attesa di completare il quadro dei dipendenti, mercoledì 20 febbraio, ad appena quattro giorni dall’apertura delle urne per eleggere il nuovo Presidente della Regione, è spuntato un avviso di selezione per un incarico professionale di “consulenza, studio e conduzione di analisi economico-statistiche in materia di entrate, tributi, fiscalità e obiettivi di finanza pubblica” (scadenza il prossimo 8 marzo). Ad una prima lettura, sembrerebbe che, a fine legislatura, l’assessore Paci abbia sentito l’impellente esigenza di un ‘esperto’ per un anno (scadenza 31 dicembre 2019 e compenso di 40.000 euro + Iva), che si occupi di temi sovrapponibili a quelli che hanno fatto nascere l’Ase. Ad una seconda lettura, qualcosa diventa più chiaro: il professionista deve avere “documentata esperienza e specializzazione” per “assistere e supportare l’Amministrazione regionale nella rinegoziazione dell’accordo in materia di finanza pubblica”. La terza lettura potrebbe svelare la chiave di un atto a ridosso delle elezioni da parte di una Giunta e di un suo Assessore che il 20 febbraio avevano buone probabilità di non rientrare più nelle stanze che contano: l’esperienza richiesta è “di almeno 5 anni”, l’esatta durata di una legislatura.
Fabio Meloni
(sardegna.admaioramedia.it)