Scoppia un ‘giallo’ sulla proposta di legge per il “passaggio al sistema contributivo previdenziale” dei consiglieri regionali: alcuni onorevoli si sono trovati inseriti nella lista dei proponenti senza aver mai firmato il provvedimento.
Il provvedimento, depositato il 16 ottobre, secondo i proponenti, “integra, in un punto non espressamente affrontato dalla legge del 2014, il trattamento dei consiglieri regionali”. Infatti, con l’atto legislativo di quattro anni fa furono ‘tagliati’ i costi della politica regionale ed in particolare abrogato il ‘vitalizio’ come trattamento pensionistico per i consiglieri che terminavano il mandato. Ma, gli attuali consiglieri, ritenendosi penalizzati in questa legislatura in relazione ai contributi pensionistici, hanno ritenuto di incentivare “l’iniziativa volontaria di aderire a trattamenti pensionistici integrativi per il periodo del mandato, in modo da coprire, con costi a proprio carico e con il concorso del Consiglio, gli svantaggi che possono derivare da una ridotta o nulla contribuzione nel periodo”. Trasformando, quindi, con un’adesione volontaria e per iniziativa dei singoli consiglieri, il Consiglio regionale in un datore di lavoro che concorre al versamento dei contributi: costo 5 milioni 882mila euro per il 2018 ed un milione per ciascuno degli anni successivi. Una firma ‘quasi’ unanime dei gruppi consiliari, che arrivando ad appena quattro mesi dalla fine della legislatura ha fatto un po’ storcere il naso.
Il ‘giallo’ è scoppiato appena il documento è stato pubblicato sul sito del Consiglio regionale: nella lista dei proponenti risultavano anche i nomi dei due consiglieri di Fratelli d’Italia, Gianni Lampis e Paolo Truzzu, che sono immediatamente intervenuti, non avendo firmato il provvedimento, per farsi eliminare dall’atto, dove verosimilmente erano comparsi per un errore degli uffici o per una firma apposta troppo frettolosamente da altri. Oggi, il ‘giallo’ si è allargato: è arrivata anche la smentita del consigliere regionale del Psdaz, Nanni Lancioni: “Non ho mai firmato la proposta di legge per l’erogazione della pensione integrativa e mi sono già adoperato presso gli uffici del Consiglio regionale per capire perché sul sito del Parlamento dei Sardi hanno indebitamente fatto comparire il mio nome tra quelli dei firmatari”. “Lo reputo inopportuno – ha aggiunto – non adeguato ai tempi nei quali tanti, troppi, che stanno fuori dal palazzo stentano ad arrivare a fine mese. Se avesse permesso di adottare delle variazioni migliorative, non andasse certo adottato nell’ultimo scorcio di legislatura”.
Chissà se, nelle prossime ore, tra gli altri firmatari (Agus, Anedda, Busia, Cacciotto, Carta, Augusto Cherchi, Oscar Cherchi, Daniele Cocco, Pietro Cocco, Collu, Comandini, Congiu, Cossa, Cozzolino, Crisponi, Dedoni, Deriu, Desini, Dessì, Fasolino, Floris, Forma, Gaia, Lai, Ledda, Lotto, Manca, Marras, Giuseppe Meloni, Valerio Meloni, Moriconi, Oppi, Perra, Peru, Pinna, Piscedda, Pizzuto, Randazzo, Rubiu, Ruggeri, Sabatini, Satta, Sechi, Solinas, Tedde, Tendas, Tocco, Tunis, Unali, Usula, Zanchetta, Alessandra Zedda e Paolo Zedda) qualcun’altro si accorgerà di essere stato inserito tra i firmatari pur non condividendo il provvedimento. (red)
(admaioramedia.it)
One Comment
Andrea Putzulu
Un po’di radicale pulizia e riequilibrio tra gli emolumenti extra large del Consiglio Regionale