La Corte dei conti, chiamata alla verifica del rendiconto generale 2016 della Regione per certificare la correttezza dei conti, ha puntato il dito contro la gestione di Raffaele Paci, assessore regionale del Bilancio, ed ha contestato vari punti, tra i quali le spese per le missioni, la gestione dei fondi comunitari, le scarse risorse per la dispersione scolastica,
Ma Paci non si è fatto rimproverare dalla magistratura contabile senza reagire ed ha difeso l’operato della Giunta di centrosinistra “Una relazione particolarmente severa, che prendiamo come stimolo a fare sempre meglio, ma ricordo che ci sono vincoli esterni che rendono difficile e a tratti impossibile procedere con la rapidità e l’efficacia che per primi vorremmo, dal blocco dei turn over all’impossibilità di ricorrere a consulenze sul bilancio armonizzato”.
“Ci sono norme del bilancio armonizzato di non facile lettura – ha spiegato l’Assessore della Giunta Pigliaru – sia nella interpretazione che nella applicazione, e indubbie difficoltà ad affrontare i cambiamenti organizzativi che dall’armonizzato derivano: lo dimostra il fatto che lo Stato pretende dalle amministrazioni regionali il bilancio armonizzato ma per se stesso continua a rinviarlo. La Sardegna sul bilancio armonizzato non ha fatto sperimentazione, ci siamo trovati di fronte a norme nuove e complesse, spesso farraginose, e da questo sono dipesi i ritardi. Il 2016 è stato poi un anno particolarmente complicato perché dopo la sentenza della Corte abbiamo dovuto modificare ben quattro leggi, nonostante la gestione 2016 fosse ormai chiusa e corretta, per la contestazione di un aspetto che riguardava 31 milioni e, ricordo, era puramente formale e non intaccava in alcun modo nella sostanza la legge di bilancio. Ma nonostante questo, abbiamo raggiunto risultati importanti: forte abbattimento del debito regionale, certezza delle entrate, tempi più rapidi nei pagamenti, forte riduzione dell’abbandono scolastico, impegno sulle politiche sociali come nessun altra regione italiana, certificazione di tutti i fondi europei della programmazione 2007-13”.
Nessuna clemenza dai banchi dell’opposizione: “L’analisi impietosa e allarmante della Corte dei conti sul bilancio regionale 2016 conferma le critiche e tutte le perplessità del centrodestra sulla gestione delle finanze regionali da parte di Paci e Pigliaru – ha commentato Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia – C’è poco da aggiungere rispetto a quanto scritto dalla Corte e quanto da noi sempre affermato in questi anni: l’assessore Paci ha sbagliato su tutta la linea e i suoi errori li paghiamo oggi e li continueremo a pagare negli anni a venire. Con arroganza e presunzione, Paci ha difeso l’indifendibile, primo fra tutti l’accordo capestro con il governo Renzi. A poco ora servono le sue rassicurazioni, arrivate anche prima della sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato le sue scelte in materia di entrate”.
Fotografia impietosa quella fatta da Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori: “La Corte non ha bocciato un bilancio: ha bocciato una legislatura. Non era mai capitato che la magistratura contabile formulasse rilievi così pesanti, segno evidente che tutti gli errori da noi denunciati in questi anni, soprattutto sul rapporto di subalternità rispetto al governo nazionale e sul ritiro dei ricorsi, erano assai più che fondati. Nemmeno la sanità si salva: la Corte di conti ha evidenziato come malgrado scelte draconiane e un drastico peggioramento dei servizi, non sia stato realizzato alcun risparmio e i conti quadrino semplicemente perché sono state stanziate ulteriori somme. Il tentativo di Paci di spostare tutto sul piano tecnico e dell’applicazione delle norme ha del patetico”.
“La severissima relazione della Corte – ha aggiunto Attilio Dedoni dei Riformatori – non fa che confermare le preoccupazioni che abbiamo avanzato sin dalla firma del disastroso accordo Paci-Padoan con cui, nel 2014, la giunta Pigliaru ha scelto di adottare il regime del pareggio di bilancio, ritirando contestualmente i ricorsi presentati dal precedente esecutivo di centrodestra al fine di ottenere il versamento dei crediti erariali vantati nei confronti dello Stato. L’Assessore farebbe meglio a rivedere attentamente il proprio operato, anziché prendersela con i magistrati che non fanno altro che evidenziare ciò che è sempre stato sotto gli occhi di tutti. Ad aver fallito è lui, non certo la Corte dei conti da cui, forse, si aspettava un trattamento di favore, un benevolo chiudere un occhio davanti a una gestione finanziaria che fa acqua da tutte le parti”. (red)
(admaioramedia.it)