Tra le novità della Finanziaria 2017, in Consiglio regionale si è parlato anche di femminicidio: un intervento su tre fronti diversi con un aumento dei finanziamenti dei centri antiviolenza e il loro numero, la previsione di centri che si occupino degli uomini maltrattanti e una casa di accoglienza per la cura dei minori che hanno assistito a crimini domestici.
Il primo emendamento consiste nell’aumento dello stanziamento finanziario pari a 900.000 euro sui centri antiviolenza che, lo scorso anno, hanno ricevuto delle risorse regionali di soli 300.000 euro; il secondo riguarda l’eliminazione del limite massimo di otto centri dalla legge n.8 :“Ci siamo resi conto che certe zone della Sardegna, come il Sulcis, ne erano completamente sprovviste – spiega Rossella Pinna, consigliere regionale del Pd – e sarà la giunta regionale a stabilirne annualmente il numero che verrà proposto alla commissione competente”.
“Inoltre – continua Anna Maria Busia, consigliere regionale del Gruppo misto – insieme ai dirigenti della Polizia stiamo studiando anche un sistema giuridico che consenta di convogliare gli uomini sottoposti a procedimento amministrativo di ammonimento presso i centri adibiti per evitare il fenomeno della recidiva.”
Una spaventosa crescita: “Abbiamo fatto solo un primo passo grazie al Consiglio regionale che ha dimostrato di essere al passo coi tempi e noi continueremo a lavorare noi quattro insieme – interviene Alessandra Zedda, consigliere regionale di Forza Italia – La Regione ha delle difficoltà di bilancio ma chiediamo uno sforzo perché i centri antiviolenza non vanno abbandonati ma vanno rafforzati con politiche di rete e non individuali, agendo a livello scolastico, sociale e familiare. Ricordiamoci che sono sei i casi di femminicidio dall’inizio del mese in Italia; noi continueremo a coinvolgere colleghi e istituzioni per affrontare il problema nella sua complessità ma non possiamo farlo da sole. Ognuna di noi a questo ci crede e anche nel nostro privato noi diamo il nostro contributo.”
“I femminicidi che scuotono le nostre coscienze e ci colpiscono emotivamente sono la punta dell’iceberg – conclude Pinna – c’è un sommerso che va indagato e che va fatto emergere, ma sopratutto c’è un lavoro di prevenzione che va fatto e che deve essere necessariamente affidato ai centri antiviolenza per la loro competenza specifica ma che necessita di un coinvolgimento totale di tutti gli attori in campo: in particolare delle scuole.”
Proprio in questi giorni è stata sollecitata al Senato, da parte del presidente Grasso, la proposta di legge che mira a rafforzare le tutele per i figli rimasti orfani a seguito di un crimine domestico, approvata dalla Camera dei deputati lo scorso 1 marzo.
Martina Corrias
(admaioramedia.it)