Per la seconda volta alcuni ignoranti, incivili, vandali hanno distrutto la targa che intesta a mio padre Enrico Endrich il viale Terrapieno. In realtà, poiché nel viale Terrapieno passo anche più volte al giorno, mi ero accorta che, forse più di due anni or sono, la targa era stata coperta con dei fogli di carta. Ritengo che a coprirla siano stati quei giovani ed anche meno giovani che periodicamente si divertono a distruggerla, o la danneggiano. D’accordo con tutti i familiari decidemmo di non avanzare alcuna rimostranza. Come scrisse il poeta “Guarda e passa”, anzi, “Passa e non guardare”. Sono stati i giovani della destra che hanno voluto ricostruirla e risistemarla. Per questa loro azione noi familiari siamo loro molto grati. Certamente questi vandali ignorano che a chiedere di intestare una strada a mio padre sono stati per primi i comunisti. Per legge si può intestare una strada o un monumento solo a persone decedute da oltre dieci anni. Quando i comunisti fecero la proposta mio padre era deceduto da pochi anni, anzi, se non ricordo male, non era neppure ancora deceduto. Altri tempi, altri uomini, altra cultura con la C maiuscola.
E’ stato l’avvocato Mariano Delogu, da sindaco di Cagliari ad intestare il Terrapieno a mio padre. Il Terrapieno perché fu ideato e costruito quando mio padre era Podestà di Cagliari dal 1928 al 1934. Fu mio padre che si accorse che un giovane impiegato dell’Ufficio tecnico era un artista: Ubaldo Badas. A lui diede l’incarico di progettare il viale Regina Elena, il giardino pubblico e tante altre opere che hanno fatto bella Cagliari. Del viale Terrapieno ha scritto nell’Unione Sarda il giornalista Vittorino Fiori, tessera uno del Pci, rilevando che di questo viale avevano scritto anche pubblicazioni internazionali. All’epoca non vi erano gli attuali vandali che imbrattano e deturpano tutti i muri delle città anche scrivendo frasi e commenti volgari o assolutamente stupidi. All’epoca i cagliaritani amavano la loro città come una brava padrona di casa ama la sua casa che vorrebbe sempre più bella e più comoda. La politica non era una rabbiosa contrapposizione al punto da indurre i cittadini a distruggere quanto di bello creato nel tempo da pubblici amministratori a qualunque partito appartenessero. Ripeto: altri tempi, altri uomini, altra Cultura.
Sarebbe bene che questi vandali conoscessero tutte le opere che a Cagliari sono state create quando mio padre è stato podestà, quando guidò il passaggio di Cagliari da piccola città di provincia a grande città. Fra tante altre opere fece fare il primo piano regolatore, scoprì il Poetto che diventò la spiaggia di Cagliari, fece costruire l’Albergo del povero in viale Fra Ignazio, la scuola all’aperto di fronte al Giardino Pubblico, la scuola per i subnormali nel viale San Vincenzo, le case popolari nell’attuale piazza Kennedy. Si battè per la costruzione del terzo bacino dell’acquedotto, fece fare il progetto per il nuovo cimitero in località Bingia Matta. In quel tempo furono stanziati i fondi per l’ampliamento del porto e del piazzale Bonaria, furono sistemate le pendici di Monte Urpino. Fu estesa la rete tramviaria, fu creato l’ippodromo. Certamente chi un giorno leggerà la storia di Cagliari ricorderà questo giovane sindaco che quando lasciò l’incarico nelle casse del Comune vi era la somma, allora ingente, di cinque o sei milioni di lire!
Certo della storia di Cagliari nessuno ricorderà il nome di quel sindaco che ha ristretto a tal punto il piano stradale da creare continui intasamenti o che ha dipinto di rosso alcune strade o che ha diviso la strada del Poetto in tante corsie talché oggi nessuno comprende in quale corsia ed in quale direzione debbono transitare i pedoni, che chiama Cagliari città turistica e non vi è in giro alcun vigile che dia indicazioni ai turisti, che lascia che le più belle piazze di Cagliari diventino, specie dopo il tramonto, un letamaio.
Per concludere, mentre ancora ringrazio i giovani che hanno ricostruito e risistemato la targa, se sarà nuovamente distrutta noi familiari non ce ne faremo un cruccio. Sarà sempre un atto che va a disdoro di chi lo compirà. Il Terrapieno rimane un bellissimo viale ed una dimostrazione del talento di un giovane sindaco e di un giovane artista che il giovane sindaco ha saputo scoprire tra i dipendenti dell’Ufficio tecnico di Cagliari. Un artista che ha contribuito a far conoscere ai Sardi anzi al mondo la nostra città.
Anna Endrich
(admaioramedia.it)
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Quanti idioti in giro.
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