Non sono candidato e cerco di mantenere un approccio tecnico-politico a queste elezioni del Comune di Cagliari, e cercherò di spiegare perché Massidda potrebbe battere il sindaco uscente, favorito fino a qualche mese fa.
Le coalizioni. Massidda insieme a pochi fedelissimi è riuscito a costruire in pochi mesi quello che sembrava impossibile. Partito con poche liste civiche, dai commercianti al mondo liberaldemocratico, a quello autonomista, è riuscito via via a raccogliere alleati importanti. Un pezzo del mondo grillino, fasce di sinistra deluse da Zedda, fino a costringere anche i partiti a confrontarsi con lui per non rimanere isolati. E’ il caso di Forza Italia che ha dovuto fare scelte coraggiose cambiando nome e non ricandidando nomi discussi. Il capolavoro è stato compiuto con l’accordo con il deputato dei Riformatori Pierpaolo Vargiu che ha fatto confluire il suo polo civico dentro quello massiddiano. Per rendere più chiaro che questa era un’alleanza nuova e di vasta portata e non una riedizione del centrodestra in salsa rossoblu, Massidda ha avuto il coraggio di tenere fuori dall’alleanza la Lega di Salvini. Coraggio non da poco. In questo modo l’ex Senatore sta riuscendo a filtrare in tutte le fasce dell’elettorato cittadino, dalla vecchia area moderata della borghesia cagliaritana, in sacche importanti dell’antipolitica, in gruppi laici, libertari e di sinistra. Di segno opposto il risultato di Zedda, blindato dentro il vecchio schema del centrosinistra classico: Comunisti italiani, Rifondazione comunista, Pd, Sel ecc ecc. Unica ma rilevante novità l’arrivo dei sardisti con un carico di procacciatori di preferenza provenienti da tutto il centrodestra, dall’Udc all’Uds, da Forza Italia ai Riformatori, che potrebbe essere una scelta vincente ma anche un boomerang. Questa operazione ha fatto storcere il naso alle frange più idealiste e movimentiste della sinistra e alla vecchia guardia sardista. In definitiva, la coalizione di Massidda ha più margini di crescita e di attrazione di fasce diverse di elettorati ed è spalmata in tutta la città.
Il quadro nazionale. L’azionista di maggioranza della coalizione di Zedda è il Partito democratico. Come per le scorse elezioni, questo partito potrebbe fornire alla coalizione di centrosinistra più della metà dei voti. Ma il Pd renziano oggi è in una fase di grande appannamento (senza contare la botta della condanna di Soru) ed il 70% degli italiani pensa (a torto o a ragione) che il governo Renzi sia un fallimento ed il regno dei proclami. In questo 70% non c’e solo il centrodestra o l’elettorato grillino, ma anche una gran parte della sinistra radicale che imputa a Renzi ed al Pd la una creazione di una nuova Forza Italia nominalmente di sinistra. Candidati di sinistra fortemente critici con Zedda come Lobina o Matta creeranno scompiglio a sinistra del sindaco e voci molto ascoltate della galassia della sinistra radicale, come il giornalista Vito Biolchini o come il professor Andrea Pubusa, non hanno lesinato parole molto dure: secondo loro, Zedda s’è venduto ad un progetto renziano di potere. Così, senza tanti giri di parole. E non sono pochi nella stessa Sel (che non esiste più ma è tenuta in vita artificialmente per queste elezioni) a pensarla allo stesso modo. Il quadro nazionale peserà non poco e soprattutto al ballottaggio nella corsa di Massimo Zedda.
Il governo della città. Fino a pochi mesi fa, complice anche una opposizione quasi inesistente, si stava facendo largo l’immagine, un po’ rotonda, di una città governata e con molte iniziative. Negli ultimi mesi questa immagine si è molto appannata. Si è capito che sostanzialmente Zedda stava facendo il sindaco solo nell’ultimo anno e che molte opere ad iniziare dal Poetto erano state progettate e finanziate dalle scorse giunte. Ma sopratutto il progetto cinico del sindaco di posizionare una serie di interventi tutti a ridosso delle elezioni ha fatto andare in corto circuito la città, che dalla rotonda di via Cadello ai lavori tra viale Marconi e via San Benedetto si è trovata intrappolata in una congerie di cantieri infiniti. Questo potrebbe essere un altro boomerang. Dalla sua parte, Massidda presenta i brillanti risultati raccolti in appena soli due anni di gestione del porto, risultati che hanno sorpreso persino i suoi amici.
I due contendenti. Massidda, un gemelli. Zedda, un capricorno. Il primo comunicativo, istintivamente simpatico, abituato al confronto ed alla risata. Il secondo serio, cinico, freddo, razionale, ambizioso (per capirci capricorno, come Andreotti e Renzi). Molti elettori colgono questa differenza ed anche i meno impegnati in politica, a destra come a sinistra, sono stati coinvolti dal dinamismo scatenato di Massidda, dalle sue capacità istrioniche e dalla sua tranquillizzante immagine di bella persona e buon padre di famiglia poco dedito a mojito ed ore piccole. Vuoi vedere che questa tenzone molto incerta e che invece alcuni mesi fa sembrava già aggiudicata, sarà decisa dalla simpatia?
Franco Turco
(admaioramedia.it)
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Cristiana
È un’analisi temo troppo ottimistica. Pacifico che il ballottaggio sarà una riedizione della solita sfida destra vs sinistra, la forza di Zedda resta la compattezza dell’elettorato di sinistra che non manca mai di dare il suo apporto al suo candidato, ingoiando anche bocconi amari ed indigesti, nell’ottica da champions league che l’importante è battere l’odiato avversario (poco importa se po per governare tocca vendersi pure la mamma). Allo stato attuale, al netto di scandali e scandaletti che potrebbero influenzare il voto (ma che valgono per entrambi gli schieramenti), penso che per Massidda non ci sia alcuna chance di vincere al ballottaggio, con un elettorato che diserterà in massa le urne a tutto vantaggio di Zedda. Non escluderei nemmeno il colpaccio, con una vittoria al primo turno del candidato di sinistra. Poco probabile ma lontana dall’essere impossibile.
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