Poco meno di due settimane fa sono rientrato da un breve tour in Corsica, isola sede di due dipartimenti francesi, e che, nonostante sia a soli quaranta minuti di navigazione dalla Sardegna, non avevo fino ad ora visitato. Mea maxima culpa.
Viaggiando nei tortuosi e infiniti tornanti dell'interno, nella strada che da Ajaccio porta verso Corte prima e Bonifacio poi, ho potuto notare che il territorio, ovvero anche i più piccoli paesi di 4-5.000 abitanti, hanno la loro squadra di pompieri, perfettamente equipaggiati, non solo in ragione dell'elevata presenza di boschi, vero e proprio patrimonio naturale ed economico per la popolazione corsa e biglietto da visita per il turista francese ed internazionale, ma anche in virtù della particolare conformazione del territorio con tutti i pregi e difetti che ne possono derivare, anche in ambito di protezione civile.
Altra cosa che ha attirato la mia attenzione: il fatto che in alcune località vi erano dei centri di soccorso unificati ovvero dei luoghi, posti fuori dal centro abitato, dai quali sia i Sapeurs Les Pompiers che le ambulanze medicalizzate Samu (Servizio di urgenza ed emergenza sanitaria in Francia) partivano in contemporanea quando era richiesto l'intervento per entrambe in particolari eventi vedi, ad esempio il classico e banale incidente stradale. E in quel momento ho pensato, anzi ripensato, alla mia terra e al fatto che la presenza territoriale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco risulta essere anacronistica e dettata da vecchi concetti di gerarchizzazione relativi all'importanza politica assunta in riferimento alle presenze in determinati luoghi rispetto ad altri: questo sia in termini di organico realmente a disposizione, sia di mezzi ed equipaggiamenti personali, di squadra e reparto.
Una soluzione potrebbe essere rappresentata dall'impiego dei cosiddetti Vigili del fuoco volontari, quali complemento e supporto al Corpo nazionale VVFF. Creando, quale prima cosa, un Centro di reclutamento, formazione e addestramento a carattere regionale, individuando tra i Comandi provinciali dell'Isola la sede maggiormente idonea e che risponda al soddisfacimento delle esigenze tecnico-logistiche che tale presenza comporterebbe. Per seconda cosa, una volta reclutati, formati, addestrati scrupolosamente e dichiarati ufficialmente con status di Vigili del fuoco volontari, provvedere alla creazione di ‘sottodistaccamenti’ (a livello squadra) ovvero centri intermedi tra i Comandi provinciali VF e i Distaccamenti VF in ambito provinciale, in Comuni che raggiungono un ‘x’ numero di abitanti oppure creando un ‘sottodistaccamento’ ogni agglomerato di comuni per un numero ‘y’ di abitanti. Ogni ‘sottodistaccamento’ dovrebbe avere un responsabile e uno o più vice responsabili, a seconda della grandezza e dell'importanza rigorosamente appartenenti al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, corpo che dovrebbe provvedere inoltre alla fornitura dei mezzi, strumenti ed equipaggiamenti singoli e di squadra necessari per poter affrontare qualsivoglia emergenza e situazione. Oltre a provvedere ad organizzare frequenti corsi di aggiornamento. Pensate solo a cosa significherebbe tutto ciò nell'accorciare notevolmente i tempi di intervento nel far si che la quantificazione del danno su cose o territori sia di minor impatto, ma principalmente nella tutela della vita umana.
Enzo Cumpostu – dal blog “Cose dette e non…”
(admaioramedia.it)
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