Sono a dir poco allarmanti i dati forniti dall’ultimo Rapporto Caritas, con un consistente aumento in Sardegna dei cittadini al di sotto della soglia di povertà. Dati che stridono con alcune stime Istat, risultate sin troppo ottimistiche.
Abbiamo necessità di reinserimenti sociali mirati, di politiche attive del lavoro, non possiamo continuare a far finta di niente: dobbiamo tutti essere impegnati in uno sforzo comune, dai sindaci ai prefetti sardi, per arrivare ai politici regionali e nazionali. La Sardegna sta collassando e le soluzioni per dare impulso alla ripresa sono molteplici: ad esempio è necessario pianificare la realizzazione di servizi innovativi per l’accoglienza turistica, oltre a far ripartire l’edilizia, settore in cui l’occupazione risulta ai minimi storici.
Un piano straordinario di investimenti che coinvolga i settori produttivi in crisi e quelli in via di sviluppo, per evitare che i giovani più fortunati si trasferiscano nel resto della penisola o all’estero, e condannare quelli che restano all’isolamento e all’impoverimento economico e sociale. L’appello al senso di responsabilità deve partire dalle comunità locali per poi coinvolgere le istituzioni regionali e nazionali. Abbiamo bisogno di una svolta, dobbiamo rialzare la testa e riprenderci ciò che ci è stato tolto: il lavoro è dignità e i Sardi da troppo tempo sono stati lasciati soli.
Simone Testoni – Ugl Sardegna
(admaioramedia.it)