POVERTA’, Aumentano famiglie povere. Deidda e Cappellacci: “Renzi ha fallito”. Lai: “Sardegna cambia direzione”

La fotografia fatta dall’Istat è impietosa: il 2015 è il peggior anno degli ultimi 10 in termini di povertà assoluta delle famiglie. Un milione 582mila i nuclei familiari (6,1% del totale nazionale, ma ben il 9.1% nel sud d’Italia), quindi almeno 4 milioni 598mila le persone che non hanno accesso ad un’alimentazione adeguata e non raggiungono uno standard di vita minimamente accettabile, e che spesso usufruiscono dell’aiuto delle strutture di assistenza. Sono 2 milioni 277mila donne ed 1 milione 131mila sono minori; 1 milione 13mila hanno un’età compresa tra 18 e 34 anni e 538mila sono anziani. Una triste e spietata riprova della grave situazione economica che l’Italia sta vivendo e che non accenna a migliorare.

“L’impoverimento colpisce maggiormente nelle città appartenenti alle aree metropolitane – ha commentato Salvatore Deidda, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia – Frutto della strada intrapresa dal Governo nazionale e la Giunta Pigliaru, che non cambia di una virgola l’impostazione di queste politiche, fa temere che la situazione in Sardegna si aggravi nel prossimo futuro. I tagli continui ai piccoli centri e alle aree interne con il progressivo accentramento in grandi centri urbani di tutti i servizi produrrà lo spopolamento di intere aree e impoverimento nei grandi centri, inoltre la Regione ha escluso le famiglie con quattro figli dagli aiuti per le famiglie numerose, riducendo i fondi e sono proprio queste a subire gli effetti della crisi. Il Jobs act non ha aumentato i posti di lavoro ma ha istituzionalizzato la precarizzazione del lavoro, poi il fallimento di ‘Garanzia giovani’, la politica dell’Unione europea sull’agricoltura, il degrado sociale che avanza e i continui taglia ai servizi hanno fatto il resto”.

Per Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, un dato che meriterebbe le dimissioni: “Di fronte a questi dati, impietosi, il presidente del Consiglio dovrebbe ammettere il proprio fallimento. E’ il frutto avvelenato degli anni in cui la politica è stata quella dell’alta finanza, dei giochi di palazzo, della cosiddetta agenda Monti e dello show renziano. Occorre buttare via le agende precompilate da altri e riportare la persona, la famiglia, l’impresa, la comunità nazionale al centro della vita pubblica del Paese. L’avventura politica di Renzi, iniziata ormai da tre anni, è già agli sgoccioli”.

Meno pessimista, ovviamente, Silvio Lai, senatore del Pd, che sottolinea un leggero miglioramento nell’Isola: “L’aumento nazionale è determinato dai dati del centro e del nord Italia, mentre nel Mezzogiorno si passa dal 21,1% al 20,4% ed anche la Sardegna segue questa sorte con il 15,1% del 2014 che diventa 14,9% nel 2015. Non può non essere anche frutto di politiche redistributive, ancora deboli ma che iniziano a segnare la loro efficacia. Se poi si guarda la struttura familiare emerge chiaramente come siano le famiglie numerose, con più di due figli, a soffrire di più, esattamente le famiglie di cui avremmo bisogno per invertire lo shock demografico del Paese. Per questo nella prossima legge di stabilità servono interventi profondi a favore del secondo e terzo figlio che non mettano le famiglie di fronte alla prospettiva di passare dal benessere allo squilibrio economico”. (red)

(admaioramedia.it)

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