Ho un sogno e immagino un Cagliari finalmente competitivo, un’altro scudetto per la Dinamo, una serie C tranquilla per Arzachena e Olbia. Ma il mio vero grande sogno è scoprire tutta una Sardegna in grado di misurarsi e competere in tutte le discipline sportive, quelle individuali e di squadra.
Per raggiungerlo vanno abbattute barriere come la mancanza di continuità territoriale e la parsimonia nel destinar loro anche le giuste risorse economiche. L’una e l’altra sono nelle mani della politica e solo lei se ne deve fare carico. I costi per competere con i coetanei sono esorbitanti e si mangiano il 60% delle risorse trovate, a fatica, da dirigenti ricchi di talento, ma poveri economicamente.
Ci deve essere lo sport per tutti ma anche lo spazio per chi ha ambizioni di respiro nazionale e internazionale. Gli impianti sportivi di Cagliari devono essere provvisti di agibilità, le società sportive dovranno avere il giusto spazio per allenare le loro ragazze e i loro ragazzi. Tutti gli sport hanno il diritto di avere la giusta visibilità, senza la quale non si può contare su uno sponsor credibile e fedele. Sostanzialmente lo sport più ricco deve sostenere quello considerato minore, sapendo che minore non lo è. In questi ultimi due anni ho visto troppe società obbligate a ridimensionare le loro ambizioni, se non sono sparite del tutto. In quel momento mi rendo conto che siamo prigioniere nella nostra bellissima isola, mentre i media ci raccontano di successi ottenuti da ragazze/i che hanno solo il vantaggio di misurarsi con i coetanei delle altre regioni. Investire sui giovani è un dovere, lo sport è la chiave per ritrovarli più ricchi moralmente e professionalmente.
Franco Ligas
(sardegna.admaioramedia.it)