Piccole idee che regalo volentieri per l’edizione 2020 della Festa, perché anche questo si fa per Sant’Efisio.
1) Potenziare i treni diretti a Cagliari il primo e quattro maggio. I Sardi vorrebbero un’alternativa alla macchina, ma signori, dei treni Fs possono avere più di tre vagoni! Lo sapevate? Avantieri, il treno delle 9.09 proveniente da Carbonia era pieno zeppo, quello delle 15.44 per Carbonia pieno zeppo… eravamo tutti i piedi, stipati… gente accaldata, gente rimasta a terra, gente che si sentiva male… tre vagoni… spero che alle Ferrovie dello Stato arrivino una valanga di lettere di protesta. Volemose bene, ma la dignità viene prima di tutto. Il treno del ritorno è stato preso anche da un po’ di turisti diretti in aeroporto: erano, come dire, sbalorditi.
2) Potenziare i punti informativi, le cartine cartacee e digitali, i tour guidati, tutto ciò che è bussola. I pochi turisti, frastornati e smarriti, perché non sapevano nulla di di ciò che stava succedendo sotto i loro occhi. Bisogna informare, sempre. Mi direte che Sant’Efisio non è per i turisti, e allora forse un pochino sbagliate. Ha tantissime potenzialità inespresse, forza e coraggio. Tra l’altro è candidato all’Unesco quindi si prepara ad essere riconosciuto a livello planetario, no? Allora, deve sforzarsi di essere comprensibile a livello planetario: cartellonistica, brochure, sito dedicato, in più lingue, accoglienza, accompagnamento.
3) SantEfisio ‘experience’ è ovviamente anche ‘food experience’ e racconto dell’artigianato (gioielli, accessori, abiti). Non dico di farne del merchandising spinto (orrore, non è Disneyland), ma almeno sapere dove acquistare ciò che si vede nella lunghissima teoria di persone in costume. Non è peccato valorizzare ciò che si è e si ha, condividendolo con gli ospiti, anche vendendolo, con eleganza.
4) Food, wine e beer experience. Ieri era tutto aperto. Fantastico. Sono contentissima che tutti i ristoratori abbiano lavorato molto molto bene. Non sarebbe male però avere anche un’immagine coordinata, dei menu ad hoc per l’occasione (e altre cosette), a diversi prezzi secondo il gusto e le possibilità, ma sempre, dico sempre, con prodotti locali, pietanze con una loro storia, cultura, in una parola identitarie, e naturalmente pubblicizzare adeguatamente la cosa, su siti, social e pagine sui quotidiani dedicati.
Tutte queste azioni, insieme ad altre rinforzerebbero la candidatura Unesco, mostrando coesione e spirito comunitario, e al tempo stesso getterebbero basi ancora più solide per un turismo culturale legato a Sant’Efisio che merita assolutamente perché si tratta di un evento corale, autentico e sentito, quindi con un plus valore elevatissimo. A attrus annus mellus.
P.S.: Tutto il resto perfetto, emozionante, efficiente e ben fatto, almeno per il mio sguardo…
Alessandra Guigoni – Antropologa
(sardegna.admaioramedia.it)