La Sardegna ha già un nuovo Piano energetico: quello approvato da noi agli inizi del 2014 con la delibera n. 4/3 del 5 febbraio 2014. E’ stato un lavoro intenso, che è cominciato con la creazione di una banca dati su consumi e produzioni sia fossili che rinnovabili e che rappresenta anche la base per i futuri aggiornamenti. Infatti, abbiamo previsto anche la realizzazione di un sistema informatizzato.
Nel corso della redazione, curata insieme a Sardegna Ricerche, Arpas, Bic Sardegna, abbiamo altresì studiato i possibili sviluppi dell’energia geotermica. Questa è l’eredità che abbiamo lasciato alla Giunta Pigliaru. Si trattava di avviare la fase di consultazione pubblica per poi proseguire verso l’approvazione definitiva del Piano. Ossessionata dall’idea di dimostrare che prima di loro non esisteva niente, la Giunta Pigliaru lo ha volutamente ignorato per oltre un anno e mezzo, tenendolo chiuso in un cassetto. Ora, poiché non sono riusciti a formulare un’alternativa, sembra che riprendano tardivamente buona parte delle nostre idee, come ad esempio quella della metanizzazione e della creazione dei ri-gassificatori. E’ legittimo che una Giunta proponga qualcosa di diverso, ma perdere tempo a disfare e non fare è il costo più intollerabile della politica.
Il nostro Piano puntava sulla riduzione dei consumi energetici e dell’anidride carbonica, oltre che sul rispetto dei parametri del decreto “burden sharing”, che prevede la copertura del 17,8% del fabbisogno con le rinnovabili. La nostra azione di pianificazione era finalizzata a migliorare l’efficacia del consumo, la gestione delle infrastrutture energetiche di produzione, distribuzione e accumulo e la ricerca di settore. L’orientamento è quello del programma Europa 2020 e quindi, oltre alle energie pulite, puntare sul gas, sulla cattura e stoccaggio della CO2.
E’ una politica che abbiamo fortemente sostenuto anche presso il Comitato delle Regioni europee e in particolare nella Commissione Energia, ambiente e cambiamenti climatici. Non ci siamo limitati alla mera attività programmatoria, perché abbiamo promosso azioni di ampio respiro, come Sardegna CO2.zero: un azione tesa a rendere efficienti dal punto di vista energetico tutti i Comuni della Sardegna. L’auspicio è che non tengano anche queste in un cassetto per un altro anno e mezzo. Cambino pure il nome, il colore della copertina, ma non restino fermi. Su questi temi occorre un dibattito aperto, partecipato. Finora questo tema è stato affrontato dalla Giunta solo nelle riunioni di partito o nei convegni. E’ tempo di riaprire un dibattito con il Consiglio, con i sindaci, con tutti i soggetti istituzionali e non che possono dare un contributo positivo e costruttivo. Finora l’unica energia che hanno risparmiato è la loro.
Ugo Cappellacci – Coordinatore regionale Forza Italia
(admaioramedia.it)
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