La situazione della Peste suina africana in Europa e nel Mondo è ormai diventata molto grave. L’epidemia che si è diffusa in questi mesi in molte nazioni e in particolare nel Centro Europa sta rischiando di mettere in ginocchio un intero comparto e quindi di creare difficoltà enormi per l’export.
La situazione in Italia vede la Sardegna come unica regione a dover gestire questa problematica e dopo tanti anni, da questo punto di vista, l’Isola ora vive una situazione migliore rispetto a tanti altri paesi europei e del mondo. Infatti, il lavoro svolto in questi anni ha consentito di tenere sotto controllo la diffusione del virus ed evitare che la malattia potesse varcare il Tirreno e contagiare allevamenti della Penisola. Ora, dobbiamo fare un passo in più, dobbiamo eradicare il virus e fare in modo che anche la Sardegna possa uscire da questa problematica dopo tanti anni e diventare indenne dalla Peste suina africana assieme a tutta l’Italia.
Il danno economico che in tutti questi anni ha dovuto sopportare il comparto zootecnico è enorme, basti pensare infatti all’esperienza spagnola che, essendo riuscita a eradicare il virus, ha realizzato delle produzioni suinicole importanti creando un importante impulso economico per le popolazioni di quei terreni. Il lavoro programmato, in questi ultimi anni sul modello spagnolo, secondo direttive ministeriali e con la supervisione dell’Unione europea, doloroso ma necessario, e talvolta anche pericoloso, svolto in particolare dal personale dei servizi veterinari, del Corpo forestale, di Forestas e dell’Istituto Zooprofilattico, ma soprattutto dagli allevatori della Sardegna, consente di essere ottimisti e non può andare perduto.
La situazione epidemiologica è sotto gli occhi di tutti. I dati indicano un netto regresso della malattia e la possibilità di puntare a una riclassificazione della Sardegna, almeno della zona che era a più basso rischio e consentire così la riapertura dell’export delle nostre produzioni a base di carne suina. E’ incomprensibile come ancora la Commissione europea impedisca di fatto la riapertura delle esportazioni dai territori a basso rischio vista la situazione epidemiologica favorevole presente nell’Isola a differenza di quello che sta succedendo in Romania e Polonia. Ora, la Commissione, grazie all’impegno del Ministero della Salute e della Regione, ha deciso di riaprire la procedura per la riclassificazione della Sardegna e la prossima visita dei commissari europei, prevista per giugno, dovrà ratificare tale possibilità e certificare i notevoli progressi sul fronte del contrasto al virus della Psa ottenuti in questi anni nell’Isola.
La Peste suina africana è una piaga che non ha colore politico, ma è una problematica che purtroppo investe tutti, in particolare chi vive dalla campagna e dal lavoro di tutti giorni. Il comparto suinicolo in questi 40 anni in Sardegna è stato distrutto e ormai esistono soltanto una miriade di allevamenti di piccole dimensioni a gestione familiare. La Psa e le misure restrittive adottate in questi anni hanno bloccato lo sviluppo economico della filiera suina e tanti allevamenti di medie dimensioni hanno dovuto chiudere. E’ora di riprendere il cammino, di dare respiro e fiato ad un comparto che potrebbe dare tante soddisfazioni ai nostri allevatori e all’economia della Sardegna.
Nico Mundula – Consigliere regionale di Fratelli d’Italia
(sardegna.admaioramedia.it)