E’ stato firmato ieri dall’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, il decreto di proroga di 15 giorni (al 15 settembre) nei mari sardi della pesca dell’aragosta (Palinurus elephas), dell’aragosta di fondale (Palinurus mauritanicus), dell’astice (Homarus gammarus) e della granceola (Maja squinado): «Si tratta di una deroga temporanea, motivata dalle richieste provenienti di alcune aree della Sardegna e dall’esigenza di monitorare con maggiore conoscenza di dati la situazione delle specie ittiche prima di fissare un’eventuale modifica definitiva del calendario di pesca».
«Ho ascoltato le richieste degli operatori sull’allineamento del nostro periodo di pesca al calendario nazionale, che consente il prelievo per otto mesi rispetto ai nostri sei e in intervalli temporali differenti, ma ho tenuto anche conto dei suggerimenti delle marinerie contrarie – ha spiegato l’assessore Falchi – Ritengo che sia arrivato il momento di avviare una riflessione su una materia delicata come quello della pesca costiera e dell’aragosta in particolare. I dati ottenuti alla fine della stagione saranno di grande aiuto per approfondire i ragionamenti sulle aree di tutela integrale e il potenziamento dei progetti di ripopolamento delle specie, sul rafforzamento della sorveglianza e sul rispetto delle regole di pesca di questa specie, tanto pregiata quanto a rischio, la cui pesca deve essere realmente sostenibile». Il decreto prevede, tra le altre cose, le taglie minime di riferimento per gli esemplari pescati, prescrive che le femmine di qualsiasi lunghezza recanti uova vengano rigettate in mare ed autorizza la vendita del pescato, previa etichettatura, fino al 15 ottobre 2016.
Come aveva già fatto nei giorni scorsi, il sindaco di Stintino, Antonio Diana, ha contestato la proroga ed ha scritto una lettera al presidente Pigliaru, all’assessore Falchi ed all’assessore dell’ambiente Spano. Poi, nelle vesti di vicepresidente del Parco nazionale, sentite le marinerie di Stintino e Porto Torres, ha vietato la pesca dell’aragosta nell’area marina protetta dell’Asinara dal 1° al 14 settembre, perciò resterà proibita, come stabilito dalle norme della Regione, fino al 15 marzo 2017.
Secondo il Primo cittadino, la proroga comporterà «uno sforzo di pesca eccessivo concentrato nella stagione in cui inizia la deposizione delle uova, causando un importante danno agli stock ittici dell’aragosta. Fatta eccezione per una esigua rappresentanza delle marinerie sarde, la maggior parte delle stesse, tra le quali anche quelle del comune di Stintino e del Nord Sardegna, si erano espresse totalmente contrarie a una deroga del fermo biologico». Inoltre, Diana lamenta che la comunicazione e l’adozione del decreto regionale sia «avvenuta a ridosso della data di scadenza, non consentendo di poter disporre dei tempi tecnici per l’avvio degli atti di opposizione a tale decisione politica». (red)
(admaioramedia.it)
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arredi_sardi
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