La Giunta regionale ha deciso di organizzare una serie di incontri per approfondire i singoli punti del Patto per la Sardegna, firmato nei giorni scorsi con il Governo nazionale ed il presidente Pigliaru ha deciso di partire dalle infrastrutture: “Il Patto è un passaggio fondamentale per la legislatura e per la Sardegna e conta due componenti: risorse statali ordinarie, ma programmate in modo da rispondere alle reali esigenze dei territori, e fondi straordinari, aggiuntivi, destinati a mitigare gli svantaggi dati dalla condizione di insularità. Il Patto contiene le risposte alle nostre richieste, il riconoscimento operativo completo da parte del Governo, e mette in campo risorse importanti che dobbiamo spendere bene, ottenendo risultati concreti nei tempi stabiliti”. Per un monitoraggio costante è stato costituito il Comitato di gestione del Patto, perciò Regione e Governo si controlleranno a vicenda. Ha anche ricordato come la mobilità interna, insieme a continuità territoriale e metano, sia uno dei pilastri dell’accordo: “La discontinuità geografica ha tenuto la Sardegna fuori da ogni network. Per questo è sempre stata trattata con meno attenzione rispetto ad altri territori, accumulando un gap infrastrutturale non più sostenibile. Il Patto dà risposte anche a questo”.
Per strade, porti, sistemi idrici e mitigazione del rischio idrogeologico, sommando le risorse del Patto a quelle dei contratti Anas e della Cabina di regia, si arriva a oltre 2 miliardi di euro. Per colmare lo storico deficit infrastrutturale, la Sardegna può contare su 1 miliardo e 443 milioni di euro in più a carico dello Stato e su 557 milioni 920mila euro di risorse del Fondo di sviluppo e coesione, previsti nella quota del 12,6% del Fondo assegnato alla Regione.
“Abbiamo tre portafogli diversi, uno della Sardegna, uno dell’Anas e l’altro del Governo con la Cabina di regia – ha spiegato l’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda – Con questi diversi portafogli lo Stato finanzia le grandi opere di competenza dello Stato e noi finanziamo le nostre. Prima non accadeva così, basta pensare alla Sassari-Olbia, che con i suoi oltre 900 milioni ha quasi consumato l’intero importo del Fsc regionale disponibile. La Sardegna finora è stata molto trascurata e penalizzata finanziariamente. Noi, con questo accordo, iniziamo a rimettere ordine. Ora serve una gara di efficienza, dovranno essere accelerati progettazione e appalto delle opere”.
Per le strade ci sono 162 milioni di euro del Fsc, 512 della Cabina di regia più 931 milioni 26mila euro inseriti nel contratto di programma dell’Anas fino al 2020, per un totale di 1 miliardo e 700mila euro. Tra gli interventi sulle strade, ci sono il tratto nord della circonvallazione di Olbia per collegare la Sassari-Olbia con la SS 125-133 bis Olbia-Palau (90 milioni di cui 11,8 del Fsc); l’eliminazione degli svincoli a raso sulla SS 554, 30 milioni più 80 a carico dello Stato per il collegamento fra l’attuale e la nuova 554, mentre a carico dell’Anas ci sono 128 milioni 400mila euro per l’adeguamento del secondo lotto; la messa in sicurezza della Sassari-Olbia (dal km 192,500 al km 209,5) con 20 milioni del Fsc acui si aggiungono 280 milioni per completare l’ultimo tratto della Statale 131 tra l’innesto della nuova strada e l’abitato di Sassari. Ai sistemi idrici ed agli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico vanno 345 milioni 920mila euro: per esempio, sono previsti interventi di messa in sicurezza di una cinquantina di dighe per aumentare la capacità d’invaso e per il collegamento Tirso-Flumendosa 4° lotto per la connessione col Sulcis-Iglesiente (59 milioni). 50 milioni, infine, serviranno a riqualificare e ampliare i porti principali della Sardegna compresi i porti turistici, a cominciare da quelli del Sulcis fino ad Alghero e La Maddalena. (red)
(admaioramedia.it)
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